INDIA Varanasi: chiese chiuse con la forza. I cristiani rispondono con un ‘raduno di pace’

03/12/2018 – INDIA
La manifestazione era organizzata dalle Chiese cristiane dell’Uttar Pradesh. Nel distretto di Varanasi, città santa dell’induismo, i radicali indù hanno obbligato alla chiusura forzata diverse chiese domestiche. Le violenze sono “istigate dai brahmini, che temono la conversione dei dalit e delle caste svantaggiate”.
Varanasi (AsiaNews) – Le Chiese cristiane dell’Uttar Pradesh orientale si sono riunite a Varanasi, città santa dell’induismo, per un grande “raduno di pace”. Il motivo, spiega ad AsiaNews il rev. David, un attivista locale, “sono i numerosi episodi di persecuzione contro la minoranza cristiana” avvenuti nello Stato indiano e “in particolare proprio nel distretto di Varanasi, dove centinaia di chiese domestiche sono state chiuse con la forza dai radicali indù”. Nehemiah CS, attivista di Alliance Defending Freedom, network cristiano diffuso in tutta l’India, aggiunge: “La manifestazione è stata un successo. Alle violenze e all’oppressione, i cristiani hanno risposto con una grande manifestazione di pace”.

Il “rally per la pace” si è svolto il primo dicembre scorso. In tutto, racconta il pastore, “hanno partecipato più di 1.100 persone, che si oppongono alla violenza e alla persecuzione contro la minoranza”. I presenti “hanno manifestato per la pace, mostrando la loro solidarietà alle chiese perseguitate. Essi hanno anche chiesto al governo il permesso di riaprire i servizi liturgici e riaffermato con forza il loro diritto a professare la fede e a scegliere liberamente il proprio credo in base all’articolo 25 della Costituzione”.

Il raduno assume un’importanza fondamentale per il fatto che lo Stato dell’Uttar Pradesh è governato dal Chief minister Yogi Adityanath, un santone famoso per le sue posizioni contro i cristiani e le altre minoranze religiose. In passato egli ha espresso critiche nei confronti di Madre Teresa di Calcutta e a novembre ha deciso di vietare ai musulmani di pregare nella moschea del complesso del Taj Mahal.

Varanasi, sottolinea il rev. David, “è la capitale spirituale e religiosa dell’India. Purtroppo, la maggior parte degli casi di persecuzione sono avvenuti nei dintorni del distretto. L’ultimo luogo di culto costretto alla chiusura è stata una delle più antiche chiese metodiste della città, che è stata attaccata dai radicali indù di estrema destra”. A suo parere, i luoghi religiosi dei cristiani “subiscono gli attacchi perché i brahmini delle caste elevate temono che i dalit e i gruppi svantaggiati possano essere convertiti. Per loro è una minaccia, perché non potrebbero più trarre vantaggio da queste comunità”.

Secondo i dati delle Ong cristiane che monitorano gli episodi di persecuzione nel Paese, nello Stato dell’Uttar Pradesh si registra il maggior numero di casi: 48 negli ultimi tre mesi, su un totale di 95 avvenuti in tutto il territorio indiano. “Negli ultimi tre anni – conclude il pastore– abbiamo assistito ad un rapido aumento di crimini dell’odio contro minoranze e dalit, stupri, linciaggi di massa. Tutto è compiuto in nome della religione”.

Peace rally a Varanasi

Peace rally a Varanasi

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