Inghilterra, matrimonio gay: «Apriamo anche alla poligamia» | Tempi.it

maggio 31, 2013  Leone Grotti

Ex arcivescovo di Canterbury: «Se l’unica cosa che conta è l’amore e l’impegno, allora non c’è niente di illogico nella poligamia»

Alla vigilia del voto sul matrimonio gay nel Regno Unito, previsto per lunedì prossimo alla Camera dei Lord dopo l’approvazione alla Camera dei Comuni, è tornato ad esprimersi sulla «pericolosa ridefinizione del matrimonio nella nostra società» Lord Carey, anglicano, ex arcivescovo di Canterbury, tra i principali oppositori della legge voluta dal premier David Cameron: «Questa nuova legge dovrebbe preoccuparci perché porterà a conseguenze oggi impreviste».

SE CONTA SOLO L’AMORE. «Una volta che diamo il benservito all’esclusività del rapporto tra un uomo e una donna, in grado di procreare, perché dovremmo fermarci?», si chiede Lord Carey. «Se l’unica cosa che conta è l’amore e l’impegno, allora è del tutto logico estendere il matrimonio a due sorelle che vogliano crescere un bambino insieme, allora non c’è niente di illogico nelle relazioni multiple, nella poligamia, nei rapporti tra due donne e un uomo (come già avvenuto in Olanda, ndr)».

«PRECEDENTE PERICOLOSO». L’ex arcivescovo di Canterbury ha anche criticato l’avvocato americano William Eskridge, che ritiene illogico fissare per legge il numero dei contraenti di un rapporto matrimoniale, e il ministro inglese Theresa May, la quale ha dichiarato che le persone che si prendono cura l’uno dell’altro e vogliono spendere la propria vita insieme devono avere il diritto di sposarsi. «Questa lettura del matrimonio è del tutto inadeguata», ha risposto Lord Carey. «Chi di noi è stato accusato di essere dalla parte sbagliata della storia non ha fatto altro che implorare il governo di prendere in considerazione le nostre preoccupazioni. Estendere il matrimonio alle persone dello stesso sesso non è solo poco saggio ma costituisce anche un precedente pericoloso».

Fonte: Inghilterra, matrimonio gay: «Apriamo anche alla poligamia» | Tempi.it.

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