Intervista Achaari: «Il fanatismo si combatte con la cultura» – MissiOnLine.org

di Giovanni Micheli, da Pordenone

Le vignette anti-islam? Un boomerang che si ripercuote sul dialogo tra Occidente e mondo musulmano. Parla l’ex ministro della cultura del Marocco, intellettuale coraggioso e artista.

Un boomerang che si ripercuote su chi cerca il dialogo: questo, nelle parole di  Mohammed Al Achaâri, scrittore marocchino di punta, è il rischio concreto che producono azioni offensive verso l’islam, come le vignette francesi o il film americano su Maometto. Pertanto, occorre condannare senza “se” e senza “ma” chi risponde all’offesa con la violenza (leggi i fondamentalisti musulmani); ma, altresì, è necessario chiedere al mondo occidentale e ai suoi alfieri culturali più rispetto per l’altro e la sua tradizione religiosa.

Mohammed Al Achaâri, uno degli intellettuali arabi più interessanti di oggi, queste cose le ha spiegate poco fa davanti a un folto pubblico, presentando la versione italiana del suo romanzo “L’arco e la farfalla” nell’ambito di “PordenoneLegge”.

Giornalista e direttore di giornali, poeta e romanziere,  ha conosciuto la repressione e poi il carcere prima di diventare deputato nel 1998, a motivo della sua militanza politica di sinistra e le sue idee progressiste.  È stato ministro della cultura nel suo Paese per cinque anni (2002-2007) e presidente dell’Unione degli scrittori marocchini. “L’arco e la farfalla”uscito in originale nel 2001, aveva vinto l’Arabic Booker Prize. MissiOnLine lo ha intervistato.

La questione delle vignette anti-islamiche in Francia e il film offensivo verso Maometto negli Stati Uniti rilancia la questione del rapporto tra islam e libertà di espressione. Quale il suo giudizio?

Le reazioni che hanno portato all’assassinio di alcune persone sono da condannare: questi fatti sono inaccettabili, è inaccettabile che si possa arrivare a tale violenza. Penso che alla base di tutto ci sia un grande malinteso: dobbiamo tener presente che tutti i musulmani, anche per i più moderati, non accettano nessuna blasfemia sull’islam e che si possa parlar male del profeta Maometto. Vale anche per i “musulmani moderati”. Anche per questi ultimi è difficile accettare che la blasfemia faccia parte integrante della libertà di espressione.

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