Intervista all’arcivescovo di Milano Angelo Scola | Tempi.it

ottobre 5, 2012 Redazione

Intervista all’arcivescovo di Milano. «De Lubac diceva: “Può darsi che l’uomo riesca a costruire una società senza Dio. Quello che non sappiamo è se questa società sarà una buona società e quanto durerà”»

di Salvatore Cernuzio tratto da ZENIT.org. Non un evento di “rottura”, bensì un avvenimento che ha portato ad un provvidenziale “balzo in avanti”: è stato questo il Concilio Vaticano II nella storia della Chiesa, secondo il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano.

Con questa frase il porporato ha centrato il cuore della prima giornata del Convegno Internazionale di Studi sul tema “Il Concilio Ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei Padri Conciliari”, inaugurato ieri pomeriggio in Vaticano, dopo il saluto di Benedetto XVI che ha espresso la sua “paterna vicinanza e compiacimento per questa lodevole iniziativa”.

Promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in collaborazione con l’Università Lateranense, il Simposio vuole offrire – attraverso criteri prettamente storici scevri da ogni ideologia – una comprensione ancora più approfondita della grande assise ecclesiale, a pochi giorni dalla celebrazione del 50° anniversario della sua apertura.

Nella sua prolusione di apertura, l’arcivescovo Scola si è soffermato su alcuni caratteri salienti dell’evento conciliare. In modo particolare, il porporato ha sottolineato l’indissolubile unità tra avvenimento e documenti, invitando a superare l’inadeguata “antinomia” tra queste due dimensioni che spesso caratterizza interpretazioni dottrinali sul Concilio, e insistendo anzi sul loro rapporto “indisgiungibile” che fa emergere il ruolo da protagonista del “soggetto Chiesa”.

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