IRAQ: I DATI “RIDICOLI” DEI RAID CONTRO LO STATO ISLAMICO | Ereb

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L’operazione guidata dagli Usa contro lo Stato Islamico continua ormai da oltre un mese. Tuttavia i dati raccolti finora mostrano una discrepanza abnorme rispetto ad altre operazioni contro altre minacce, come ad esempio quella contro la Libia di Gheddafi nel 2011 e la Serbia di Milosevic.

Secondo il comando centrale degli Usa, la media dei raid contro la Stato islamico lanciati in collaborazione con l’Arabia Saudita e altri Paesi della comunità internazionale è di circa 12/13 raid al giorno. Lo scorso 13 ottobre la colazione che vede partecipare anche Bahrein, Emirati Arabi e Francia ha compiuto otto sortite, aumentate a 21 il giorno successivo. Gli strateghi militari sosterranno che il numero ridotto delle sortite è dovuti alla difficoltà di individuare gli obiettivi sul terreno, ma occorre comprendere che a differenza di al-Qaeda l’Is combatte in campo aperto e controlla due fra le maggiori città della regione: al-Raqqa e Mosul.

I dati paragonati alle operazioni del passato mostrano per gli scettici la volontà di agire con i guanti di velluto contro l’Is. Il sito specializzato Global Security afferma che durante la guerra in Libia i caccia dell’operazione Odyssey Dawn hanno compiuto una media di 130 raid al giorno che hanno di fatto distrutto quasi completamente tutti gli arsenali e le basi militari di Muammar Gheddafi, consentendo alle truppe ribelli di conquistare Tripoli. Andando ancora più indietro nel tempo, si trova un’altra operazione che ha fatto largo uso della forza aerea, quella contro il Kosovo che portato alla caduta definitiva del regime di Belgrado nel 1999. In 73 giorni di guerra la Nato ha lanciato una media di 70 raid, per un totale di 33 mila incursioni. I numeri anche se a prima a vista appaiono enormi e mostrano un’altra strategia rispetto a quella contro lo Stato islamico, rientrano però nella media se paragonati con quelli dell’operazione Protective Hedge, lanciata dalla sola Israele contro la Striscia di Gaza, in un territorio molto più complesso e ad alta densità di popolazione. Dall’8 luglio al 26 agosto, data della tregua, Israele ha colpito oltre 5,263 obiettivi.

S.C.

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