Iraq, mons. Sako (Kirkuk): «Noi cristiani perseguitati»

«Se il prezzo dell’amore di Dio è la persecuzione, noi seguaci di Cristo lo pagheremo». L’arcivescovo di Kirkuk legge le testimonianze raccolte da Casadei e invita i fratelli d’Occidente a «rinnovare la sequela a Gesù. Misurandola col martirio della nostra Chiesa»

Pubblichiamo la prefazione di monsignor Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk (Iraq), al nuovo libro di Rodolfo Casadei, Tribolati ma non schiacciati (Lindau), che sarà disponibile al Meeting di Rimini dal 19 al 25 agosto e uscirà in libreria a settembre. La prefazione sarà pubblicata sul numero 32-33/2012 di Tempi, in edicola da giovedì 9 agosto.

Quattro anni fa Rodolfo Casadei portava nelle librerie italiane un libro che aveva un sapore speciale per la sua spontaneità e per la sua lingua diretta e viva. S’intitolava Il sangue dell’agnello e raccontava le persecuzioni contro i cristiani nel Vicino Oriente. Oggi torna a noi con altre storie di cristiani di Iraq, Iran, Libano, Sudan e Uganda, sotto il titolo: Tribolati, ma non schiacciati. L’autore, che ha viaggiato in tutti questi paesi, ha incontrato la gente del posto e descrive le cose direttamente. Non fa speculazioni a distanza, ma parla della realtà quotidiana che le comunità vivono.

I cristiani dell’Iraq e di tutta la regione non hanno conosciuto pace lungo tutta la loro storia. Sempre sono stati sottoposti a pressioni, sia prima che dopo l’avvento dell’islam. E nulla lascia pensare che presto troveranno la pace. I loro paesi esistono sotto forma di instabili mosaici, senza che esista un progetto da parte dei governanti per integrare tutta la popolazione in un’unica cittadinanza con gli stessi diritti. Gli uomini di potere musulmani sunniti e sciiti hanno come unico punto di riferimento per la loro azione politica la loro religione, e pensano che i cristiani, che lo accettino oppure no, sono cittadini di seconda categoria che dovrebbero lasciare il paese se non sono contenti della tolleranza loro riservata. Ma questa tolleranza non significa per nulla libertà e uguaglianza. La tolleranza non è la libertà. Tolleranza è termine peggiorativo. Vuole dire: tu sei sbagliato, ma sopporto che tu esista…

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