La prima è quella evolutiva dove, giorno per giorno, si acquisiscono nuove conoscenze, si intraprendono nuove attività e si fa tesoro di quanto di buono e di valido compare all’orizzonte. Questo implica un avvicinamento, non solo economico ma anche di natura antropologica, ai modelli occidentali. Le “primavere” seguivano questo approccio.
La seconda via è quella rivoluzionaria. In questo scenario l’arretramento del mondo islamico è colpa dell’occidente sfruttatore e prevaricatore e il divario può e deve essere colmato abbattendo l’infedele. Questo modello si basa su due postulati: a) non è giusto che gli islamici vivano in condizioni di inferiorità. Se questo è avvenuto negli ultimi secoli è tempo di ribaltare la situazione; b) la via per il cambiamento è fare, in modo totale e indiscriminato, la volontà di Allah. Ma in questo modo si esclude qualunque verifica con la realtà. Un musulmano non deve capire, deve obbedire. Un cristiano partecipa all’opera del Creatore, essendo fatto a Sua immagine e somiglianza, ed è quindi pronto ad accogliere tutta la realtà e le possibilità che questa offre. Un musulmano deve rispettare la volontà assoluta di Allah e quindi nega ogni possibile cambiamento rispetto a quanto fissato, una volta per tutte, dal Profeta.
Cliccare sul link per continuare a leggere: ISLAM/ Come si fa a dialogare con chi può solo obbedire?.