ISLAM – INDONESIA Java, Islam radicale a favore delle mutilazioni genitali femminili – Asia News

di Mathias Hariyadi

La circoncisione si concentra in particolare nelle aree rurali e più remote dell’isola di Java. Finora senza risultato le campagne di attivisti, che denunciano il pericolo di infezioni e la violenza insita nella pratica. La diatriba interna al mondo musulmano, sull’obbligatorietà (o meno) del rito. Una battaglia civile, sostenuta da oltre 400 ong

Jakarta (AsiaNews) – Nelle aree rurali e più remote dell’Indonesia, in particolare sull’isola di Java, la circoncisione femminile è ancora oggi una pratica tradizionale e diffusa. Sebbene non sia una norma imposta in maniera rigida dai precetti dell’islam, nella nazione musulmana più popolosa al mondo essa resiste grazie anche al parere favorevole di un ampio settore della società, riconducibile peraltro alla frangia più estremista e integrale. Negli anni attivisti e politici hanno lanciato campagne e appelli, nel tentativo di sradicare l’usanza popolare, che mette prima di tutto a rischio la salute fisica di ragazze e bambine. Tuttavia, gli sforzi per arginare il “tetesan” – come viene chiamato nel Paese – sono risultati finora vani in una guerra che viene combattuta su “due fronti” diversi: a livello governativo e sul piano puramente religioso.

Insigni esperti di legge islamica indonesiani, interpellati da AsiaNews, bollano come “dannosa” la pratica della circoncisione femminile, anche se persiste il confronto – che in molti casi sfocia nello scontro – fra gli estremisti fuqaha e i leader dei movimenti musulmani moderati. Con i primi a favore delle mutilazioni, mentre i secondi impegnati in campagne di sensibilizzazione per mettere al parola fine al fenomeno.

La fazione che sostiene il tetesan, spiega l’intellettuale musulmano Sumanto Al Qurtuby, è riconducibile alle comunità salafita e wahabita, che assieme ad altri gruppi fondamentalisti si concentrano a Bandung e Aceh. Essi ritengono che la circoncisione sia “moralmente” incentivata dalla Sharia, la legge islamica, e ribadita negli hadit, gli aneddoti riferiti alla vita del profeta Maometto. Tuttavia, aggiunge l’esperto, la pratica è sì “suggerita” ma non è certo “obbligatoria” e non vi sono basi morali e di diritto islamico affinché essa debba essere perpetrata. Vi sono infatti sei diverse stesure degli hadit – meglio note come “Kutub as-Sittah” – e solo una di queste “invita a” diffondere la circoncisione femminile.

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