Kerry e Terzi. Not in my name!

UNA PICCOLA AZIONE NONVIOLENTA CONTRO CHI FA VIOLENZA PER PROCURA Marinella Correggia L’azione in questo minivideo L’azione, compiuta il 28 febbraio a Roma a Villa Madama al blindatissimo incontro con i media di John Kerry segretario di stato statunitense, del Giulio Terzi ministro tecnico uscente italico e del siriano dell’opposizione armata sceicco Kathib, dopo un ennesimo incontro di cosiddetti “Amici della Siria”, in realtà amici dell’opposizione armata e irriducibile. L’altra faccia del cartello recitava: “Usa, Ue, Italia, Qatar, Arabia Saudita, Turchia boicottano la pace e violano la carta dell’Onu” (che vieta di sostenere gruppi armati contro un governo riconosciuto, remember Usa vs Nicaragua?). Le parole – per forza a slogan, non udibili che accompagnavano l’esibizione del cartello sono queste: “Voi state sostenendo la guerra e gruppi che uccidono, non volete la pace”, “provocate la tragedia in Siria”, “fate sempre guerre, ricordate l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia, la Jugoslavia”. E poi a Kerry: “uccidete, con i droni…”. E a Terzi: “lei fa tutto senza il Parlamento, not in my name!” Come mai questa azione, resa possibile da un trucco: un accredito come giornalista per accedere a un luogo blindato? Gli antefatti Questo ci porta ad altre domande: quali azioni servono a fermare le guerre, la più stupida crudele attività umana, pena di morte collettiva inflitta direttamente o sostenendo chi le fa (guerra per procura)? Me lo chiedo dalla prima guerra del Golfo. Azioni di massa nei paesi belligeranti (come avvenne nel 2003, ma la guerra folle all’Iraq fu fatta lo stesso perché Bush non doveva rispondere a quell’elettorato)?


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