La Cina, il Vaticano e il “bagaglio leggero” di Xi Jinping – Vatican Insider

Ren Yanli, esperto della questione sino-vaticana, registra incognite e sviluppi nei delicati rapporti tra Pechino e Santa Sede. Dopo gli auguri del Papa ai nuovi dirigenti della Repubblica popolare cinese

Gianni Valente

Il professore Ren Yanli, membro dell’Accademia cinese delle Scienze sociali e dell’Istituto di ricerca delle Religioni mondiali, segue da decenni le vicende della Chiesa cattolica cinese e i rapporti tra Cina popolare e Vaticano. È un esponente di lungo corso di quei circuiti accademici a cui si rivolgono abitualmente le dirigenze politiche cinesi quando cercano informazioni di background per poi avviare i processi decisionali. Prima di Natale, il professor Ren è volato da Pechino a Roma, dove ha avuto incontri di alto livello anche nei Palazzi d’Oltretevere.

Professore, come valuta le espressioni sui dirigenti cinesi contenute nel messaggio papale Urbi et Orbi di Natale?

Se non sbaglio, è la prima volta che un Papa in un discorso pubblico fa riferimento esplicito e diretto ai «nuovi Dirigenti della Repubblica Popolare Cinese», esprimendo un augurio in vista dell’alto compito che li attende. Finora si erano preferite espressioni più indirette, come “Nazione cinese” o “popolo cinese”. Mi sembra un segno che la Santa Sede invia direttamente ai nuovi dirigenti cinesi per ribadire che è sempre pronta a riprendere la via del dialogo. E conferma l’autorevolezza della proposta avanzata dal cardinale Fernando Filoni, che a ottobre aveva suggerito di costituire una commissione ufficiale di alto livello tra Santa Sede e governo cinese per risolvere i problemi che riguardano la vita della Chiesa in Cina.

Secondo alcuni osservatori, quella proposta di Filoni – esposta alla vigilia del cambio di leadership in Cina – era intempestiva e destinata a cadere nel vuoto.

Secondo me è l’esatto contrario. Questi segnali e questa proposta non cadono affatto nel vuoto. Essi rispondono a domande che circolavano da qualche tempo nella dirigenza cinese. Alcuni funzionari, negli ultimi tempi, dicevano di non riuscire a capire se il Vaticano voleva continuare sulla via del dialogo, o se c’erano stati ripensamenti. La proposta formulata da Filoni ha voluto dare di nuovo una risposta chiara a queste incertezze. E anche il momento scelto era quello giusto per attirare l’attenzione dei nuovi dirigenti e ribadire, all’inizio del loro mandato, quale è l’intenzione vera del Vaticano.

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