La confusione di Magdi (non più) Cristiano Allam

 

di Federico Catani

Se qualcuno si aspetta dal sottoscritto un commento sul nuovo Papa è meglio che salti questo pezzo. Io, dell’elezione e dei primi gesti di Papa Francesco non parlo. Per il momento si intende. Non ho intenzione di accodarmi alle preoccupazioni dei tradizionalisti più tradizionalisti della Tradizione, né tanto meno al coro di lodi più o meno pelose dei tanti, tantissimi entusiasti. Staremo a vedere. Il tempo ci dirà se si tratta di un Papa donato da Dio, oppure tollerato, oppure ancora inflitto.

Resta il fatto che, in tutti e tre i casi, Francesco è e sarà, fino a prova contraria, il Vicario di Cristo, cui ogni cattolico deve amore e obbedienza. Ciò non toglie la possibilità e la libertà di critica per quel che è opinabile, ma pure questa critica deve avvenire con rispetto filiale. Altrimenti nessuno ci obbliga a restare nella Chiesa. I sedevacantisti ci sono, stanno pure in Italia e si può benissimo andarli a trovare: sarebbe se non altro una scelta più coerente rispetto a quella di chi  parla e agisce come se fossimo in sede vacante e poi di fatto preferisce scegliere la via più comoda, ovvero restare cattolico brontolone e quasi autocefalo. Consiglierei di rivolgersi agli amici sedevacantisti anche a Magdi (non più) Cristiano Allam. Ma dubito che possa anche solo sapere della loro esistenza. E in ogni caso, a ben pensarci e per quel che so di quei gruppi, non credo troverebbe molta accoglienza.
Perché tiro fuori Magdi (non più) Cristiano Allam? Perché oggi, sulla prima pagina del Giornale (quotidiano di famiglia cui tributiamo tutto il nostro rispetto, da ammiratori più o meno motivati del grande Duce Sua Eccellenza il Cavaliere Silvio Berlusconi) ha scritto un editoriale in cui, candidamente, come nulla fosse, dichiara di essere deluso dalla Chiesa e di volerla lasciare. Lì per lì, quando ho letto, non volevo credere ai miei occhi. Ho stimato Allam come giornalista, sebbene non sia mai stato un punto di riferimento per il mio cattolicesimo, essendo troppo laico e troppo filo-giudaico. Però caspita, i discorsi che faceva erano in gran parte validi, specie ultimamente e le simpatie nei suoi confronti erano condivise anche da molti esponenti del mondo tradizionalista. La foto messa a corredo di questo pezzo – nonché l’intervista che ci ha rilasciato poche settimane fa – sta a testimoniarlo, ahimé.


Ebbene, il giornalista di origine egiziana, come tutti sanno, è da anni considerato il simbolo della lotta al fondamentalismo islamico. Una lotta che è sfociata in una radicalizzazione delle sue posizioni sull’islam e culminata nella conversione al cattolicesimo, avvenuta esattamente cinque anni fa con il Battesimo ricevuto niente popò di meno che da Benedetto XVI in San Pietro. Oggi sappiamo che Magdi (non più) Cristiano Allam non ci aveva capito una mazza. Sarebbe interessante sapere cosa gli ha spiegato mons. Rino Fisichella, che l’ha seguito nel suo cammino e che adesso è a capo del dicastero vaticano per la nuova evangelizzazione (andiamo bene!). Ma il problema resta la zucca di Allam. Sia chiaro, molte delle critiche, se non tutte, che egli rivolge alla Chiesa sono condivisibili. Sarebbe stato meglio però specificare che ad essere relativista, buonista, remissiva verso l’islam e così via non è la Chiesa, di per sé indefettibile in quanto Corpo Mistico di Cristo, ma gli uomini di Chiesa: alcuni, molti uomini di Chiesa, che però non sono la Chiesa.

Gli uomini di Chiesa hanno bruciato Giovanna d’Arco e la Chiesa l’ha canonizzata; gli uomini di Chiesa hanno perseguitato padre Pio e la Chiesa l’ha poi elevato all’onore degli altari. Se questi concetti possono non esser chiari all’uomo laico della strada, non dovrebbero venire ignorati da un intellettuale neoconvertito. Il quale peraltro, se poteva meritare simpatia per gli attacchi all’andazzo dominante oggi in casa cattolica (peccato non abbia però capito che una delle cause di questa crisi sia proprio quel Concilio Vaticano II grazie al quale, diciamocelo, si è convertito), è diventato ridicolo e assolutamente condannabile per la frase contro la morale sessuale della Chiesa, su cui non si può transigere né dibattere. Così scrive Magdi (non più) Cristiano Allam: la Chiesa «impone dei comportamenti che sono in conflitto con la natura umana, quali il celibato sacerdotale, l’astensione dai rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, l’indissolubilità del matrimonio»

Ma come, fino all’altro ieri questo tizio sbraitava a favore dei valori non negoziabili, sostenendo di essere l’unico politico (?) a volerli difendere, e oggi se ne esce con una frase così? O è pazzo, o ci sono doppi fini oppure non ci ha capito niente. Al momento propendiamo per quest’ultima opzione. Tra l’altro, sa questo giornalista che la Chiesa è cattolica, dunque universale? Sa che il suo Magistero non può essere ridotto a ideologia? Sa poi che dalla Chiesa non si esce come da un qualsiasi movimento politico o circolo ricreativo? Sa inoltre che, oltre a rendersi ridicolo, con questo articolo fornisce un’altra vittoria ai progressisti cattolici, che da sempre l’hanno criticato per il suo conservatorismo? I modernisti avranno buon gioco adesso nel dire: “Vedete? Ve l’avevamo detto che era solo un teocon!”. E ancora, non si rende conto che le critiche (legittime e giuste a mio avviso) a Giovanni paolo II e Benedetto XVI si riferiscono a fatti avvenuti ben prima del suo Battesimo? Se n’è accorto solo adesso?

Infine, se veramente uno si è convertito, parla della sua crisi di coscienza con un confessore. Non va a scrivere sulla prima pagina di un quotidiano nazionale (peraltro di famiglia e quindi da noi omaggiato, eccetera eccetera). Questo non è un comportamento cattolico. Così come non è cattolico dire Cristo sì, Chiesa no, come fa lui. Andasse a bruciare Corani con qualche fondamentalista protestante, oppure scelga il vigore anti-islamico (e anti-cattolico) di certi frequentatori delle sinagoghe. La Chiesa non subirà una gran perdita. Mi vien da ridere, poi, nel pensare a quei tanti bravi cattolici che alle ultime elezioni hanno votato Io amo l’Italia. Senza offese, ma ora come la metteranno?

Ma il fondo di Allam dà una lezione anche a noi cattolici più o meno tradizionalisti. Alle volte abbiamo coccolato troppo questi strani tipi. Allam, Ferrara, Pera, Del Valle ed altri ancora sosterranno pure posizioni giuste in certi campi. Ma attenti a lodarli troppo. Se non hanno fede, il rischio di strumentalizzarci ci può essere sempre. E attenti pure a parlare sempre e solo di valori non negoziabili. Vita, famiglia, libertà di educazione non si discutono, certo, e sono importantissimi. Ma oggi in casa cattolica ciò che manca è la fede. Dobbiamo tornare a mettere al centro Gesù, la Madonna, la Trinità, l’Eucaristia, la Croce, la Messa. Altrimenti arriveremo pure noi a sostenere che il crocifisso a scuola ci deve stare perché è un segno culturale o che l’aborto è ingiusto solo perché va contro il diritto naturale. No. Noi dobbiamo fare questo, ma premettendo sempre che prima di tutto vanno rispettati i diritti di Dio. 

Cari amici tradizionalisti, tenetevi alla larga dai teocon, dagli atei devoti e dai filo-sionisti e filo-yankee: hanno fatto il loro tempo. E può sempre scapparci fuori qualche cattiva sorpresa!

Fonte: La confusione di Magdi (non più) Cristiano Allam ~ CampariedeMaistre.

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