«La mia amata tragica Nigeria» – MissiOnLine.org

di Anna Pozzi

Poetessa e scrittrice, Lola Shoneyin racconta il suo Paese attraverso una storia familiare. Puntando il dito contro la poligamia, ma anche contro il terrorismo e la corruzione

«La prima volta che ho sentito uno scoppio ero in bagno, nella mia casa di Abuja. Ho saputo subito dopo che era bomba. Ero così terrorizzata, che non riuscivo neppure a pensare. Non riuscivo a realizzare che fosse una bomba. Poi ho pensato che la casa potesse collassare e sono corsa fuori. Ho avuto davvero molta paura». Lola Shoneyin (nella foto), poetessa e scrittrice nigeriana, l’ha vissuto sulla sua pelle il terrore seminato in Nigeria dalla setta islamista Boko Haram. Giunta in Italia per presentare il suo primo romanzo Prudenti come serpenti al Salone del libro di Torino prima e al Festival della letteratura di Mantova poi, racconta di quello che sta avvenendo nel suo Paese con rabbia e indignazione.
«Ne ho parlato con alcuni amici musulmani – si confida Lola Shoneyin – che non capiscono né condividono quello che sta facendo Boko Haram. Io penso che stiano cercando di destabilizzare il Paese e l’amministrazione, ma fanno grandi danni a tutti. È davvero una catastrofe. Ho amici che non vanno più in chiesa o al cinema o in certe parti della città perché hanno paura. È una tragedia per la nazione e per le singole persone. La tua vita, le tue abitudini, le tue certezze vengono messe in discussione. Stanno usando la religione perché è una cosa importante per la gente, che la rende molto emotiva. Creano confusione, incertezza. Molte voci si alzano per denunciare, ma quante persone posso sentirle all’interno e all’esterno del Paese? Penso sia importante una comprensione anche a livello internazionale».

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