La permalosa al Azhar e il genocidio armeno, prime grane di Bergoglio – [ Il Foglio.it › La giornata ]

A quasi tre mesi dall’elezione, arrivano i primi problemi per Papa Francesco con il mondo islamico. E’ al Azhar, la massima istituzione religiosa sunnita, a far sentire la propria voce, con un comunicato diffuso nel fine settimana dall’agenzia Mena: la ripresa delle relazioni con la Santa Sede – si legge – dipende “dai passi positivi e seri che devono essere adottati per dimostrare chiaramente il rispetto dell’islam e dei musulmani”. Al Azhar fa inoltre sapere di essere ancora in attesa della risposta al messaggio di congratulazioni per l’elezione di Bergoglio inviato subito dopo l’apparizione alla Loggia delle Benedizioni. I rapporti tra Roma e al Azhar sono interrotti da più di due anni. Era il 10 gennaio 2011, pochi giorni dopo la strage che nella chiesa dei Santi di Alessandria aveva causato più di venti morti. Benedetto XVI, parlando al corpo diplomatico accreditato, si appellò “ai governi della regione” affinché prendessero “misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. Troppo, per l’imam Ahmed al Tayyeb, che definì le parole del Pontefice “un intervento inaccettabile negli affari interni del paese”, domandando altresì perché Ratzinger non avesse “mai chiesto la protezione dei musulmani massacrati in Iraq”. Da allora i rapporti sono congelati in attesa di cambiamenti ai vertici della chiesa, visto che per al Azhar, formalmente, il problema non era il Vaticano, ma le prese di posizione del Pontefice tedesco. Così, fino a oggi Francesco si era ben guardato dall’intervenire sul tema, e nell’incontro di un mese fa con il Papa copto Tawadros II aveva evitato prudentemente ogni accenno alla situazione interna egiziana del dopo-Mubarak.

Quello di Francesco fu un discorso equilibrato e attento a evitare ogni possibile fraintendimento, passato al vaglio della segreteria di stato. Ma al Cairo la diplomazia non basta: i saggi di al Azhar vogliono che sia il Pontefice in persona a compiere il primo passo per normalizzare i rapporti. Ma sono anche le relazioni con la Turchia a preoccupare gli uffici della curia. Tutto è iniziato il 3 giugno scorso, quando Bergoglio ha ricevuto in udienza il patriarca armeno-cattolico di Cilicia degli Armeni, affermando che il genocidio armeno “è il primo genocidio del secolo Ventesimo”. Immediata la replica da parte turca, con la convocazione del nunzio Antonio Lucibello al ministero degli Esteri e la protesta per le parole del Papa, definite “inaccettabili”. La posizione di Francesco è però chiara: nel 2006, celebrando il 91esimo anniversario del massacro a Buenos Aires, invitò Ankara ad ammettere che quello contro gli armeni fu “il più grave crimine della Turchia ottomana”, un delitto “contro l’intera umanità”. Nessuna marcia indietro, quindi, al punto che ieri il quotidiano turco Today’s Zaman riportava l’indiscrezione secondo la quale il Papa vorrebbe recarsi in visita a Yerevan, capitale dell’Armenia, già il prossimo anno, in occasione del centesimo anniversario del genocidio.

 

di Matteo Matzuzzi   –   @matteomatzuzzi

Fonte: La permalosa al Azhar e il genocidio armeno, prime grane di Bergoglio – [ Il Foglio.it › La giornata ].

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