La persona anziana e la salute mentale in ambito Europeo

La vecchiaia è la sede della sapienza ” ( Papa Francesco 15 marzo 2013 Udienza ai Cardinali), mentre “Tutti, però, hanno il diritto ad essere trattati con lo stesso atteggiamento di accoglienza e di equità, perché ognuno è portatore di dignità umana“(Papa Francesco Vaticano 31.12.2013).

Ma per gli Stati membri della Unione Europea la tematica dell’invecchiamento demografico resta sempre e solo fra le grandi sfide economiche e sociali del XXI° secolo, perché interessa tutti i Paesi Europei e la maggior parte delle politiche svolte dagli stessi .

Diceva il filosofo tedesco Arthur Schopenahuer “ lo stile è la fisonomia dello spirito ” cioè il pensiero, è mutevole, come in questi n/s strani tempi : è necessario scoprire i difetti degli altri onde evitare i propri .

Nei confronti delle patologie salute mentale, dove, fra altre, “primeggia” l’alzheimer e la depressione, è impellente la necessità di una promozione della stessa  salute, come da Decisione n.1786/2002/CE  del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 dicembre 2002 nel Programma d’azione comunitario (Gazz.Uff. Comunità Europea 09/10/2002L. 271/1.), ma non se ne “vedono” i risultati, anche in Italia  !

E’ utile, necessario, improrogabile un Provvedimento Legislativo Comunitario uguale e con la stessa valenza in tutti i membri della Unione Europea ( come da tantissimo tempo lo ricordiamo con le n/s Petizioni n.1003/2011 del 26 giugno 2012 e n. 2276/2013 del 24 ottobre 2013 alla Commissione Europea ( con orgoglio unici in Europa  a sollevare il disagio), Petizioni ancora inevase.

Insorge in noi un forte e critico pessimismo, come quello paragonabile di Schopenahuer !

1 ). Invecchiamento demografico. Le persone anziane, hanno esigenze diverse, necessitano di sistemi sanitari che devono adattarsi in maniera tale da poter fornire un’assistenza adeguata garantendo la sostenibilità finanziaria, che purtroppo non “protegge” la solitudine, principale defezione dell’anziano .

E’ stato definito il 2012 “Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale”, dove il 17,4% della popolazione UE aveva più di 65 anni, mentre nel 1990 aveva il 13,7% e il 2013 “Anno Europeo dei cittadini” dove si sottolinea l’aspetto inalienabile del diritto di cittadinanza nella Unione Europea di ogni cittadino, con disagio fisico o con handicap psichico .

Nel 2025 oltre il 20% avrà 65 anni, aumentando rapidamente il numero degli ultraottantenni e l’innovazione è un progetto pilota i cui obiettivi tendono ad aumentare di due anni la vita media in buona salute degli europei entro il 2020 .

E’ previsto che gli europei vivono più a lungo, ma con pochi figli e nel 2060, pare, che ci saranno solo due lavoratori per ogni persona sopra i 65 anni, contro gli attuali quattro e questo “ Anno “ intergenerazionale si distingue in quanto  promuove una dimensione ottimale utilizzando la terza età anche come risorsa . Ma,“ Non cediamo al pessimismo” ( Papa Francesco Sala Clementina 15.3.2013)

Purtroppo l’invecchiamento è causa di varie malattie, che si ripercuotono sulla famiglia e sulla società, tuttavia in Europa gli over 60 aumentano di due milioni  di persone all’anno.

Per aver una società costruita sulla solidarietà e la cooperazione tra le generazioni, i principali obiettivi restano sempre quelli del rispetto della dignità della persona anziana, il rafforzamento della partecipazione della società civile e delle attività del volontariato per eliminare le barriere intergenerazionali. Ma in Italia gli “over” hanno una vita dura e difficile e lo Stato deve sobbarcarsi l’onere di rispettare diritti e dignità delle persone, specie se anziane.

Certamente a maggior rischio e fortemente penalizzate vengono a trovarsi le persone malate croniche, disabili fisici, handicappati mentali, malati terminali, persone anziane, in quanto la patologia da essi subita abbisogna di prestazioni sanitarie molto costose ed in nome del superiore “ordine di risparmio” spending review (revisione spesa pubblica) si pensa che per costoro le speranza di vita siano molto residue.

Il Parlamento Europeo ha adottato il 6 febbraio 2013 una Risoluzione “sull’invecchiamento attivo e in buona salute” (2012/2258 INI) dove al paragrafo 5 viene sottolineato che gli anziani rappresentano la fascia di età in più rapida crescita in Europa, auspicando al fine di mettere a punto nel più breve tempo possibile infrastrutture, servizi, strumenti in grado di rispondere a questa transizione sociale, mentre la Commissione Europea continua a coinvolgere l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed il maggior numero di parti interessate per svolgere azioni di sensibilizzazione su questa tematica .

Eppure in Italia mancano Case di Riposo ( anche quelle a conduzione cattolica), in grado di garantire una adeguata assistenza a tutta la popolazione autosufficiente e non, le cui condizioni quotidiane di arretramento dei servizi sociali e sanitari sono notevoli, lasciando al lucro attivissimo ed alla speculazione dell’iniziativa privata, mentre ci chiediamo se questa carenza non sia una forma di strisciante eutanasia ?

Sono necessità urgentissime e prioritarie, le Case di Riposo, ove possono trovare un sereno e sicuro asilo persone anziane che “consumano” giornalmente i tempi della loro vita, della loro disperazione nella perfetta solitudine, che si può tramutare in una sintomatologia emotiva che può condurre alla depressione, o all’annientamento della persona, specie in questa gravissima crisi economica ! Petizione 2013

Basta con le incomprensioni ! Il popolo italiano è stanco ! : Signori della Politica, del Parlamento, del Governo, destinate utili provvedimenti finanziari per il mondo della sofferenza e non per sostenere viaggi all’estero od “ altre inutili e costose spese ! ”.

2.) Patologie salute mentale. Sussistono altre forme di difesa della salute, quali l’osservanza della dignità della terza età,  la cura del morbo di Alzheimer ed altri tipi di salute mentale, aiutando i Paesi della UE a rendere più efficienti i rispettivi sistemi sanitari, in un contesto che tenga concretezza, valori morali ed etici orientati al bene comune, dove l’OCSE (Organizzazione Cooperazione Sviluppo Economico) denuncia una “ situazione preoccupante  in Europa” (Ricerca Sick on the job – dicembre 2011).

Ma la tutela della salute mentale del cittadino europeo in tutte le sue manifestazioni della psiche, rappresenta la priorità della Unione Europea ? Ed ancora, è possibile progredire verso una legislazione comune per la tutela di queste patologie sopra menzionate, come auspichiamo nelle n/s Petizioni in atto presso il Parlamento Europeo, pur lasciando il carico finanziario a tutti i membri della UE ?

Sappiamo che la Commissione Europea non prevede di proporre al Parlamento una Direttiva sulla salute mentale, in quanto in forza del Trattato sul funzionamento della Unione Europea, la definizione delle politiche sanitarie nonché l’organizzazione e l’erogazione dei servizi sanitari e delle cure mediche sono di competenza degli Stati membri .

Tuttavia la n/s richiesta, attesa dall’opinione pubblica, di questa Direttiva Comunitaria è solo d’ordine legislativo per far si che questa Normativa sia uguale e con la stessa  valenza per tutti membri della UE, per la situazione in cui vivono i sofferenti psichici attualmente “governati” da provvedimenti sanitari desertificati in Europa. Questa n/s richiesta è condensata nella n/s Petizione n. 2276/2013 .

La creazione di un quadro di riferimento comunitario per i servizi transfrontalieri europei potrebbero garantire una maggiore certezza del diritto a favorire la cooperazione tra i sistemi sanitari degli Stati membri UE, che lo stesso Parlamento Europeo nel promuovere la salute mentale degli Europei (Risoluzione del 6 settembre 2006 ) chiedendo l’adozione di una legislazione che sancisca la “problematica”, lascia l’organizzazione la cura ed il costo economico dei malati a carico dei singoli Stati.

Il “ Patto europeo per la salute mentale ed il benessere, siglato nel 2008, rappresenta una importante base da cui partire per progredire verso una legislazione comunitaria, come andiamo da tempo affermando, più incisiva nel settore della tutela delle persone anziane e delle malattie mentali, che consenta di agire in maniera uniforme e più efficace in questo delicato ambito sanitario.

Nella meditazione sulla vita Papa Francesco richiama quanto afferma Giovanni Paolo II° con la XI° Enciclica “Evangelium vitae” esortando la comunità in difesa della vita “dal concepimento al declino”;

budget del ricoverato

La comunità nazionale e quella europea, al di là di ogni schematismo o credo politico, deve farsi carico della difesa della vita umana e della dignità di ogni cittadino, affinché il fenomeno dell’emarginazione degli anziani, dei disabili, dei malati terminali, non deve avvenire .

In sintesi i Servizi Pubblici inerenti sono necessari e devono essere riveduti in Italia con criteri non solo obbedienti allo spending review, ma in un contesto che tenga concretezza, valori, moralità orientati e diretti al bene comune.

E con le sagge parole del Beato Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

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