La predica di Pechino: sull’ordinazione di Harbin il Vaticano è “barbaro e irrazionale”

di Bernardo Cervellera

In un commento alla Nota diffusa da Propaganda Fide, l’Ufficio affari religiosi critica la Santa Sede che “soffoca la libertà ed è intollerante”. Minacce di nuove ordinazioni episcopali “auto-elette” e “auto-ordinate”, senza l’autorità del papa. Al Partito manca il senso della storia. Ma ha il senso degli “affari” e della corruzione: il controllo sugli “affari religiosi” frutta ai burocrati circa 13 miliardi di euro.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Nota contro Nota; scomunica contro scomunica; dolore vero contro dolore falso; teologia contro bassa politica: in risposta alla Nota diffusa dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, sull’ordinazione senza mandato papale che si terrà a Harbin (Heilongjiang) il 6 luglio,  l’Ufficio affari religiosi della Cina ha subito riposto con una “Nota” da parte di un anonimo portavoce.

Il fatto farebbe solo sorridere per il ridicolo di cui si copre la seconda potenza economica mondiale, che difende la “libertà religiosa” e “la tolleranza” e poi sequestra un sacerdote, p. Giuseppe Zhao Hongchun, solo perché è fedele alle indicazioni della Santa Sede.

Con uno stile approssimativo e poco diplomatico l’Amministrazione statale per gli affari religiosi (Asar, il nuovo nome dell’Ufficio affari religiosi) ha diffuso infatti attraverso Xinhua di ieri tutto il suo stupore per l’atteggiamento vaticano, giudicato “scandaloso”, “scioccante”, “pieno di minacce”, “barbaro e irrazionale”.

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