La prefazione dell’Avv. Gianfranco Amato (Giuristi per la Vita) al libro “Emma Bonino dagli aborti al Quirinale?”

PREFAZIONE

Questo ultimo interessante saggio di Danilo Quinto ha il pregio di fornire una documentata denuncia sul rischio che la radicale Emma Bonino possa assurgere alla più alta Magistratura del nostro Paese. L’aspetto più preoccupante di questa controversa candidatura attiene soprattutto al significato culturale che essa rappresenterebbe. E’ noto, infatti, che nella galassia movimentistica radicale, proprio Emma Bonino venga identificata come la quintessenza, il simbolo paradigmatico, la cifra autentica di quella cultura necrofila che sta dilagando nel tessuto sociale del nostro Paese in maniera sistematica e pervasiva, grazie anche ad iniziative politiche che paiono sempre più espressione di una nuova Kulturkampf. L’interruzione volontaria della gravidanza, la contraccezione abortiva, la sterilizzazione, l’omosessualità, il suicidio assistito, l’eutanasia, sono tutte forme di una medesima concezione antropologica che è contro l’uomo.
L’ambizione che da sempre sottende la battaglia politico-culturale dei radicali, ed in particolare di Emma Bonino, è quella di dare una veste giuridica ad una simile concezione, attraverso il riconoscimento pubblico di veri e propri diritti. A cominciare dal diritto dei diritti, ovvero quello dell’autodeterminazione. In questo gli stessi radicali sembrano sposare in pieno la teoria del filosofo americano Robert Nozik, secondo la quale ogni individuo si trova dentro una sfera morale che nessuno può invadere, tanto meno lo Stato, ed è un isola, un’entità a se stante, autodeterminante, completamente avulsa dal contesto comunitario in cui vive. Questa visione si contrappone a quella secondo cui l’uomo, nella sua inseparabile unità di anima e corpo, è dotato di un quid divino che lo rende unico, originale, irripetibile e naturalmente inserito in una dimensione sociale. In questo senso Aristotele sosteneva che la pretesa di vivere in uno splendido isolamento, secondo una prospettiva assolutamente individualista, era caratteristica impossibile all’uomo (per sperimentarla occorreva essere una bestia selvatica o un dio), e parlava dell’uomo come di un essere naturaliter sociale (ὁ ἄνθρωπος φύσει πολιτικὸν ζῷον), per cui l’esistenza o la morte di ciascuno di noi non può essere indifferente alla comunità.
Il confronto fra queste due visioni antropologiche costituisce la grande sfida oggi in atto nella società moderna. Una sfida che, sempre più, tende inesorabilmente e drammaticamente ad essere trasferita sul piano giuridico. In questa operazione di trasferimento, come lucidamente denuncia Danilo Quinto nella sua opera, i radicali sono davvero dei maestri.
Ecco perché, tra l’altro, è nata l’organizzazione Giuristi per la Vita che ho l’onore di presiedere, una task force operativa, costituita da un gruppo affiatato e risoluto di avvocati, filosofi del diritto, docenti, studenti, capace di diventare un utile strumento nella lotta in difesa del sacrosanto diritto alla dignità della vita umana, dal suo concepimento fino al suo naturale compimento, anche nelle sedi in cui tale diritto viene proclamato, interpretato e applicato. Dalle aule parlamentari a quelle di giustizia.
Emma Bonino, come ci spiega Quinto, impersona un simbolo, è l’espressione emblematicamente più elevata – anche in virtù delle sue personali vicissitudini e lotte politiche – della Weltanschauung radicale. Per questo l’eventualità che essa assurga alla carica di Capo dello Stato e, conseguentemente, possa rappresentare l’unità nazionale – come prevede l’articolo 87 della Costituzione – sancirebbe il sugello definitivo a quella cultura radical-libertaria, che proprio per il suo orizzonte mortifero e per quella cupa dimensione tanatofila in cui si radica, appare profondamente disumana e totalmente distante dalla cultura popolare del nostro Paese.
Come dimostra chiaramente Quinto nelle sue opere sul tema, i radicali pur essendo inesorabilmente destinati al recinto della dimensione minoritaria, – anche se nell’autoconvincimento aristocratico di rappresentare una élite di ottimati –, possiedono tuttavia una diabolica capacità di inoculare virus esiziali e perniciosi nel tessuto sociale del popolo italiano. Lo si è visto, in particolare, con le battaglie sul divorzio e sull’aborto. Anche per questo Emma Bonino, al di là dei limiti e dei pregi personali, non può diventare Presidente della Repubblica.

Avv. Gianfranco Amato
Presidente dei Giuristi per la Vita

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