La risoluzione dell’ONU sulla famiglia smorza i festeggiamenti del Gay Pride | Fondazione Novae Terrae

UNHRCGiovedì scorso le Nazioni Unite hanno smorzato i festeggiamenti del Gay Pride, riaffermando che la famiglia naturale è l’unità fondamentale della società.
Il Consiglio per i Diritti Umani ha adottato la risoluzione sulla “Difesa della Famiglia” con una definizione tradizionale, mentre qualcuno si preparava a fare baldoria nel weekend del Gay Pride. La risoluzione riconosce l’importanza della famiglia per la società e l’individuo e il compito dei Paesi di rinforzare e difendere la famiglia.

La risoluzione non solo cita alcuni passaggi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo riguardanti la famiglia come “unità naturale e fondamentale della società”, ma afferma inoltre che essa costituisce “l’ambiente naturale” per l’educazione e la crescita dei figli.
Ovviamente la risoluzione è in contrasto con quei Paesi che danno ai conviventi dello stesso sesso diritti simili a quelli delle coppie sposate, o permettono a persone dello stesso sesso di sposarsi.

Alcuni Paesi, tra i quali gli Stati Uniti, hanno rifiutato questa definizione e sostenevano che la risoluzione minacciasse i diritti degli individui all’interno della famiglia e tentasse di imporre un solo modello di famiglia.
I gruppi LGBT e i sostenitori del movimento nel Consiglio hanno fatto di tutto per mettere da parte la risoluzione. Questa infatti era in programma dall’anno scorso, ma è stata presa in considerazione solo ora.
L’ultimo tentativo di includere “varie forme di famiglia” è fallito all’undicesima ora. La risoluzione è stata approvata con un margine rassicurante: 26 voti a favore, 14 contrari e 6 astensioni. È stata accolta da fragorosi applausi.

L’unica risoluzione adottata all’interno dell’ONU riguardante l’orientamento sessuale o l’identità di genere è stata approvata con un margine di 23 a 19 e 3 astensioni.
I 71 Paesi membri dell’ONU che sostenevano la risoluzione erano convinti che fosse giunto il momento, data la ricorrenza del ventesimo anniversario dell’Anno Internazionale della Famiglia; inoltre il Consiglio per i Diritti Umani non aveva mai adottato una risoluzione sulla famiglia prima d’ora.

I sostenitori hanno proposto un emendamento per riconoscere il matrimonio come “l’unione tra un uomo e una donna”, nel caso l’espressione “varie forme di famiglia” fosse stata inserita. L’Arabia Saudita l’ha ritirata quando l’emendamento “varie forme” non è stato inserito e la definizione di vecchia data sulle famiglia della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è rimasta intatta.

Un rappresentante dell’Uruguay, nonché capobanda del movimento per i diritti LGBT a Ginevra, ha affermato che la famiglia “non può essere definita” o “limitata a un solo modello”.
Gli Stati Uniti erano tra i 14 Paesi contrari alla risoluzione. “La famiglia si adatta nel tempo” ha affermato il rappresentante, aggiungendo che esistono “miriadi” di strutture familiari, ma senza esplicitamente citare le persone dello stesso sesso che convivono.

Il Regno Unito ha esplicitamente affermato che le persone dello stesso sesso conviventi con figli dovrebbero essere considerate come famiglie. L’Argentina ha affermato che è “impossibile” definire la famiglia, citando il parere degli esperti dell’ONU.
Tutti i Paesi del gruppo africano hanno votato a favore. Nessun Paese europeo nel Consiglio ha votato a favore.
Nella prossima sessione del Consiglio per i Diritti Umani a settembre si terrà un dibattito sulla difesa della famiglia come risultato della risoluzione.

Catholic Family and Human Rights Institute

Fonte: La risoluzione dell’ONU sulla famiglia smorza i festeggiamenti del Gay Pride.

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