La scienza può essere piegata all’ideologia. La lezione di Orwell e Huxley. | Critica Scientifica – di Enzo Pennetta

Nella corrispondenza di Orwell la constatazione che la scienza non è indipendente dalla società in cui si sviluppa.

 

I’Unione Sovietica e il caso Lysenko ne furono la tragica testimonianza.

 

Oggi possiamo essere sicuri di non correre rischi analoghi?

 

Peter Davison è ritenuto il più grande esperto dell’opera di George Orwell, di fatto è colui che ha lavorato allo studio dei diari del grande scrittore inglese. In una sua pubblicazione Davison racconta quali furono le fonti di ispirazione del romanzo 1984, dell’argomento si è occupato un recente articolo intitolato “Ecco perché ho scritto 1984” di Giulio Meotti pubblicato sul Foglio il 26 agosto scorso.

Oltre ai temi comunemente noti, dal lavoro di Davison emerge il fatto che nell’ispirazione di 1984 un ruolo di primo piano lo ebbe la vicenda della teoria evoluzionistica di Trofim Denisovič Lysenko, l’agronomo che fu presidente della Accademia delle scienze agricole dell’Unione Sovietica, dal 1938 al 1959 e dal 1961 al 1962. Dagli studi di Davison emerge infatti proprio il ruolo giocato dall’affare Lysenko nello spingere Orwell a realizzare 1984, quello che sarebbe diventato uno dei più grandi romanzi distopici, come riferito nell’articolo di Meotti:

a spingere lo scrittore a comporre “1984” fu la testimonianza di un biologo di Oxford, John Baker, alla Pen Conference di Londra nell’agosto del 1944. Baker in quella occasione denunciò per primo in Europa la perversione della teoria di Trofim Lysenko e “la degradazione della scienza sotto un regime totalitario”. 

Sembra dunque che la “degradazione della scienza sotto un regime totalitario” sia stata addirittura l’ispirazione principale che ha condotto a 1984. E sono proprio le lettere scritte da Orwella a testimoniare questa ricostruzione dei fatti:

A confermare il caso Lysenko nella genealogia di “1984” è una lettera di Orwell a C. D. Darlington, un noto biologo inglese. E’ datata 19 marzo 1947: “Caro Dottor Darlington, non sono uno scienziato, ma la persecuzione degli scienziati e la falsificazione dei risultati per me segue naturalmente la persecuzione degli scrittori. Ho scritto più volte che gli scienziati inglesi non dovrebbero rimanere indifferenti quando vedono che uomini di lettere sono spediti nei campi di concentramento”. E ancora Orwell a Darlington: “Cercherò di ottenere una copia del suo obituary su Vavilov”. Orwell era ossessionato da questo nome: Nikolai Vavilov.

la persecuzione degli scienziati e la falsificazione dei risultati per me segue naturalmente la persecuzione degli scrittori“, scrive Orwell riferendosi alla persecuzione dello scienziato Nikolaj Ivanovič Vavilov,  anche lui un biologo e agronomo che però si opponeva alle idee di Lysenko in nome delle regole della genetica mendeliana. Infatti Lysenko riteneva che si potessero far evolvere delle piante di cerali provocando dei cambiamenti agendo sull’ambiente.

Ma che la scienza sia legata alle ideologie del momento era già stato autorevolmente affermato sedici anni prima, nel 1932, da Aldous Huxley, autore del romanzo distopico Brave New World, un autore che di scienza ne sapeva qualcosa essendo nipote di Thomas Huxley conosciuto come il “mastino di Darwin” e fratello di Julian Huxley autore della Sintesi Moderna dell’evoluzione e primo Presidente dell’UNESCO. Nel romanzo, tra l’altro ispirato alle idee di un altro dei padri della Sintesi Moderna, J. B. S. Haldane, si legge un dialogo molto significativo:

“Noi non vogliamo cambiare. Ogni cambiamento è una minaccia per la stabilità. Questo è un altro motivo per cui siamo così cauti nelle applicazione delle nuove invenzioni. Ogni scoperta della scienza pura è potenzialmente sovversiva; anche la scienza deve talvolta essere trattata come un possibile nemico. Sì, anche la scienza. “

[…]

“Sì,” Mustapha Mond stava dicendo: “questo è un altro elemento del costo del stabilità. Non è solo l’arte che è incompatibile con la felicità, è anche la scienza. La scienza è pericolosa, dobbiamo tenerla più attentamente incatenata e con la museruola. “

“Che cosa?”  disse Helmholtz per lo stupore. “Ma noi diciamo sempre che la scienza è tutto. E ‘un luogo comune ipnopedico (condizionamento mentale ndr). ”

“Tre volte a settimana tra i tredici e i diciassette anni,” disse Bernard.

“E tutta la propaganda sulla scienza che facciamo al College …”

“Sì, ma che tipo di scienza?” chiese Mustapha Mond sarcastico. ”Hai avuto una formazione scientifica, quindi non puoi giudicare. Ero un buon fisico al mio tempo. Troppo buono per rendermi conto che tutta  la nostra scienza è solo un libro di cucina, con una teoria ortodossa della cucina che a nessuno è permesso di mettere in discussione, e una lista di ricette che non devono essere integrate a meno che il permesso speciale da parte del capo cuoco. Sono il capocuoco ora. 

 

Un passaggio è fondamentale nel dialogo che propone Huxley: ““Sì, ma che tipo di scienza?” chiese Mustapha Mond sarcastico. ”Hai avuto una formazione scientifica, quindi non puoi giudicare.

Huxley ci avverte che, contrariamente a quanto comunemente si pensa, è proprio chi ha avuto una “formazione” scientifica a non poter vedere la strumentalizzazione della scienza.

Una frase che deve far riflettere sulla possibilità effettiva di scorgere le sclerotizzazioni della scienza da pare di chi è all’interno di una disciplina. Inevitabilmente il pensiero va alle scienze che sono oggi al centro di dibattiti incandescenti e che sono al tempo stesso rilevanti sotto il punto di vista delle ricadute socio economiche.

E queste scienze attualmente sono principalmente quelle che riguardano la teoria dell’evoluzione e i cambiamenti climatici.

Fonte: La scienza può essere piegata all’ideologia. La lezione di Orwell e Huxley. | Critica Scientifica – di Enzo Pennetta.

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