La secolarizzazione? L’uomo è soltanto più solo | UCCR

Parlando del nostro periodo storico, molti osservano un processo di secolarizzazione, mentre altri ritengono che in realtà siamo già nella fase post-secolare. Certamente a livello occidentale sono nettamente aumentati coloro che non appartengono ad alcuna confessione religiosa, ma al contrario di quanto affermato dalla classica teoria della secolarizzazione, essi non hanno perso la fede in Dio ma sono in maggioranza rimaste persone individualmente religiose o vagamente spirituali. Dio è tornato nel dibattito culturale e le religioni e gli spiritualismi new age si diffondono a vista d’occhio.

Un’altra certezza è quanto affermato dall’arcivescovo Bruno Forte sul Corriere della Sera: «Secolarizzazione? In realtà siamo già in un’età post secolare. La secolarizzazione è lo sradicamento da una appartenenza comune. Sembrava rendere l’uomo più libero e in realtà lo ha lasciato più solo. Il grande problema, ora, è la solitudine. Una società sfilacciata, una folla di solitudini nella quale l’altro diventa lo straniero morale, la sfiducia verso il prossimo e il futuro. Non è un caso che si veda più al Nord, dove la secolarizzazione ha colpito prima». La secolarizzazione, indipendentemente che sia ancora in attività o sia già terminata, ha certamente fallito: l’uomo non è divenuto più libero, ma è soltanto divenuto più solo.

L’individualismo è ormai la caratteristica fondamentale della cultura americana, come descritto da questa recente indagine sociologica (che conferma studi precedenti). Come ha spiegato Giovanni Martinetti, «opere che negli ultimi decenni hanno avuto un impatto notevole in Occidente, come quelle di Frank J, Fromm, Cox, Marcuse, DeJumeau, Solgenitsin, Toffler, notano come oggi ci si imbatta sempre più spesso nell’insoddisfazione globale. La incontriamo nei quartieri eleganti e nelle case popolari, negli uffici, nelle fabbriche, nelle scuole, nei luoghi di divertimento. Non si tratta della depressione motivata da una grave disgrazia o da un pesante insuccesso, ma della noia di vivere, della delusione e demotivazione senza causa apparente».

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