«Avvenire» ha pubblicato in questi giorni un nuovo appello dal carcere di Asia Bibi, la donna cristiana pakistana in carcere perché falsamente accusata di blasfemia. «Credo in Dio e nel suo grande amore» scrive dalla sua cella senza finestre
Un giudice, l’onorevole Naveed Iqbal, un giorno è entrato nella mia cella e, dopo avermi condannata a una morte orribile, mi ha offerto la revoca della sentenza se mi fossi convertita all’islam. Io l’ho ringraziato di cuore per la sua proposta, ma gli ho risposto con tutta onestà che preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musulmana. «Sono stata condannata perché cristiana – gli ho detto -. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».
Così scrive dal carcere Asia Bibi – la donna dal 2009 in prigione e con una condanna a morte che pende sul capo per una falsa accusa di blasfemia – in questa lettera pubblicata in questi giorni da Avvenire. Una testimonianza di fede straordinaria da meditare in questo Anno della fede indetto da Benedetto XVI.
Cliccare sul link per continuare a leggere: La testimonianza La fede a caro prezzo di Asia Bibi – MissiOnLine.org.