La “tregua di Natale” del 1914 | Corrispondenza romana

(di Roberto de Mattei) La spirale di violenza che si sviluppò nel Novecento ebbe il suo primo laboratorio di massa nella Prima guerra mondiale, un conflitto che segna la storia, non solo per l’estensione planetaria, e il numero spaventoso delle vittime, ben nove milioni, ma soprattutto per la novità e l’intensità dell’odio che essa accumulò nelle trincee contrapposte. Anche questa guerra conobbe però i suoi episodi di umanità. Forse il più straordinario fu quello avvenuto, nella parte settentrionale del fronte occidentale, alla vigilia di Natale del primo anno di guerra.

Nel mese di dicembre del 1914 nelle trincee delle Fiandre, si combatte furiosamente tra inglesi e tedeschi. Gli schieramenti contrapposti, immobilizzati nelle trincee non distano più di 60 metri. I soldati sono immersi nel fango, con l’acqua che a causa della pioggia battente sale fino alle ginocchia, circondati dai corpi dei commilitoni uccisi, aspettando ad ogni momento che un obice d’artiglieria cada loro addosso. La sera di Natale, la pioggia era cessata e, nel silenzio della notte illuminata dal bianco chiarore della luna, in un punto imprecisato del fronte, si levò inaspettatamente il canto di un soldato tedesco. Un’altra voce lo seguì, poi un’altra ancora, finché dalle linee tedesche si sentì una melodia echeggiare nel paesaggio gelato delle Fiandre. Erano le note di Stille Nacht, heilige Nacht. Il canto natalizio si diffuse come un’onda. In maniera altrettanto inaspettata, dalle trincee britanniche risposero le note di The First Nowell the Angels did say, l’antico canto natalizio inglese.

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