Lajolo: «Curia calunniata, siamo tutti peccatori» – Vatican Insider

Parla il presidente emerito del Governatorato della Città del Vaticano, prossimo ad entrare in Conclave come elettore.

redazione

«Il male della Chiesa sono i peccati di noi peccatori e nessuno si tiri fuori» e «la Curia è purtroppo calunniata, ma io della Curia posso solo dire bene: il Papa ha nella Curia uno strumento docile, che fa esattamente quello che il Papa vuole e cerca di aiutarlo nel migliore dei modi. Certo, si può sempre migliorare». Lo afferma il cardinal Giovanni Lajolo, 78 anni, presidente emerito del Governatorato della Città del Vaticano, prossimo ad entrare in Conclave come elettore.
Lajolo si dice «sereno» anche se quella del successore di Benedetto XVI sarà «una scelta difficile» poiché vi sono «persone di grandissimo valore, discepoli di Cristo che già emergono come futuri padri della Chiesa».
«Entro in Conclave molto sereno e con grande umiltà – afferma Lajolo -. Io non ho mai partecipato, questo è il mio primo e ultimo Conclave, avendo io 78 anni. Penso che anzitutto appariranno alcuni nomi che raccoglieranno più voti e altri che ne raccoglieranno meno. Poi, nelle successive votazioni, quelli che hanno avuto diversi voti saliranno e alla fine si avranno due o tre nomi tra cui scegliere. Ma non sarà facile, tra i cardinali vi sono grandi personalità, grandi pastori di anime».
«Verrà scelta – spiega Lajolo – la personalità che ai cardinali parra’ rispondere meglio alle esigenze del mondo di oggi». Alla domanda su quale sia la priorità della Chiesa, il porporato ha replicato: «La priorità di tutte le priorità è la missione, se la Chiesa diventasse missionaria, cioè guardasse fuori di sé, i problemi che ha dentro di sé verrebbero rapidamente superati». «Si dice – aggiunge il porporato – che la Chiesa dev’essere riformata. Allora, certamente si può riformare anche la Curia, ma dobbiamo cominciare dalla Chiesa, cioè da noi stessi».
Alla domanda se il nuovo Papa possa quindi venire dalle terre di missione, Lajolo spiega che la provenienza geografica non è un criterio discriminante. «Il Papa – osserva – potrebbe venire da terre di missione ma anche dall’Europa o da qualsiasi altro continente, perché i Papi precedenti sono sempre stati missionari, sia Giovanni Paolo II, che ha girato il mondo, sia Benedetto XVI, che ha fatto ben 25 viaggi internazionali».

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