L’Arkansas ha «blindato» la legge sull’aborto

Arkansas, lo Stato di Bill Clinton, nel tradizionale Sud degli Stati Uniti, ha approvato una legge che proibisce l’aborto dopo le 12 settimane di gravidanza, cioè quando diventa possibile ascoltare i battiti cardiaci del feto con apparecchiature ad ultrasuoni. Si tratta della legge più restrittiva nei confronti dell’interruzione di gravidanza mai approvata negli Stati Uniti da quando la Corte suprema americana ha dato il via libera all’aborto nel 1973. La misura è stata varata dal Parlamento statale, che dall’inizio dell’anno è controllato dai repubblicani, con maggioranze tali da superare persino il veto del governatore dello Stato, Mike Beebe e grazie anche all’appoggio di non pochi democratici.

I gruppi Usa pro-aborto hanno annunciato ricorsi anche a livello federale, sostenendo che la legge contraddice la storica sentenza Roe contro Wade pronunciata dalla Corte suprema Usa. Il 22 gennaio 1973, infatti, la Corte aveva riconosciuto il diritto all’aborto fino a quando il feto è teoricamente in grado di sopravvivere fuori dall’utero materno, cioè attorno alle 24 settimane, oltre se la vita della donna è in pericolo.

La legge è il risultato di una campagna condotta da alcuni gruppi di difesa della vita che vogliono cambiare le leggi Stato per Stato e non, come preferisce la stessa Chiesa cattolica americana, puntare gradualmente a un nuovo pronunciamento della Corte suprema

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