“Lasciateci vivere!”: dall’est della RDC il grido di denuncia, ma pure di speranza, dei cristiani | il Quintuplo

“I predatori hanno rubato Dio a troppi bambini e donne di questo Paese perché sia ancora possibile tacere”. È una delle provocazioni contenute in una lettera dall’est della RDC (Repubblica Democratica del Congo), dove le violenze inumane contro la popolazione civile non solo costituiscono un crimine, ma interrogano la Chiesa che deve essere faro di speranza e portatrice dell’amore di Cristo, pur in una situazione umanamente disperata.

Per tentare di dare una risposta a questa sfida per l’evangelizzazione, un gruppo di riflessione formato da cattolici e protestanti (Groupe Chrétien de Réflexion et d’Action, GCRA) ha tenuto un incontro a Bukavu (capoluogo nel sud Kivu) nel luglio 2012. Il documento conclusivo della riunione intitolato “Lasciateci vivere” è stato ora inviato all’Agenzia Fides. Le donne sono le principali vittime delle violenze nella regione che durano da più di 15 anni. Le testimonianze raccolte dal GCRA sono sconvolgenti: donne violentate di fronte a marito e figli, torture sessuali, mariti assassinati, figlie rapite per farne schiave sessuali, saccheggio e distruzione delle abitazioni. “Le famiglie, le comunità, la cultura, la vita sociale, tutto è distrutto da questi atti” si afferma nel documento. “È un processo di disumanizzazione che stritola tutto…fino alla creazione. Senza dubbio gli esecutori di questi crimini non comprendono che sono i primi a essere colpiti dalla disumanizzazione che infliggono agli altri. Alcuni di loro sono essi stessi vittime delle violenze del loro gruppo armato e sono obbligati ad agire così”.

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