Le barriere architettoniche ed intellettive costringono i giovani ad una vita difficoltosa?

Certamente in questo mondo davvero difficoltoso, pieno di insidie, con una movimentazione ineguale e singolare  come ogni giorno constatiamo ,  dove il sistema di vita, la inquieta società civile, spesso in maniera egoistica ripiegata su se stessa , non dà ancora la piena disponibilità a porre attenzione verso chi vive in difficoltà e sofferenza.

Anche, soprattutto, considerando che i giovani si trovano o sembrano disorientati, è necessario per non dire urgente riscoprire, anche , l’educazione integrale che resta non solo quella dell’apprendere scolastico, ma anche quella dei valori morali che trovano nelle radici etiche il loro riferimento fondamentale .

Nelle difficili situazioni in ambito Sociale dei giovani ed anche, soprattutto degli adolescenti “cosa quasi quotidiana”, occorre promuovere l’educazione morale come affannosa ricerca della maturazione della coscienza e non del “possesso dell’avere , come diceva Papa Paolo VI°” .

Il continuo evolversi di eventi delittuosi di vario genere, sul cui sfondo emerge l’alterazione della mente, ci porta a considerare questa disfunzione una malattia che distrugge il morale ed il fisico e che affligge, spero in un numero minore, giovani, in special modo gli adolescenti, causando una vera e propria “calamità Sociale “.

Decifrare metodicamente le radici antropologiche da cui scaturiscono e si sviluppano l’accettazione od il rifiuto della promozione culturale in tema di solidarietà ed umanità, è difficile poterlo accertare, ma tutti sappiamo che la Solidarietà Sociale apre le porte alla speranza.

Quel quasi quotidiano catastrofismo, quel rinnegare col silenzio ogni diritto ed aiuto morale, quel continuo diverbio Politico allontana tutto e tutti dalla coscienza, concentrando in un sordido egoismo ogni interesse, in perfetta armonia contro il senso della solidarietà .

Quella Solidarietà Sociale da parte dei “grandi”, anche delle persone adulte, dovrebbe tendere a guidare la dinamica morale dei giovani verso una crescita di sensibilità con i problemi Sociali, con l’esempio di una visione pienamente umana della cruda realtà quotidiana, quale impegno di vicinanza Sociale e siolidale verso tutti specie verso le persone più deboli e bisognose.

La Solidarietà Sociale è un concetto meritevole che induce ad essere non solo portatori di diritti, ma anche di doveri verso tutta la società, anche da parte dei “grandi”, soprattutto, verso quella vasta categoria di “sfortunati” che da anni aspettano risposte adeguate alle loro aspettative.

Ma ognuno aspira a star meglio, quasi disattendendo quella conclamata solidarietà verso quelle persone, deboli e bisognose, che hanno gli stessi diritti di quanti vivono in società che si proclama civile .

Al di là delle barriere architettoniche che non dovrebbero più esistere e che insistono nelle città, ben più dure sono le barriere intellettive che offendono tutti, abili e disabili, ritorcendosi contro chi le continua a porre in atto, mentre la società civile può trovare su questo terreno interessi comuni di solidarietà, specie là dove le famiglie provate dalla disabilità psico-fisica di qualche suo componente fatica a stare al passo, ad interloquire con un mondo che sembra sfuggire non solo al confronto, ma anche allo sguardo per timore di perdere .

Lo Stato esperto di umanità e socialità non ascolta, non sente, non vede, negando quindi intrinsecamente la necessità dell’incontro e del dialogo col mondo della disabilità, privo di ordinati intendimenti Socio-Pedagogici per ricercare e rimuovere i contenuti negativi di quelle necessità .

All’evidenza ed alla cruda realtà, pare, che le Istituzioni non posseggono più da tempo la capacità di captare le necessità del cittadino, restando molto, significata mente  lontane, troppo lontane da una cruda realtà quotidiana !

I disabili psico-fisici lottano da anni per ottenere legali diritti sanciti dalla Costituzione, ma soprattutto per far conoscere il loro status sociale che ogni giorno incontrano e che rende la loro esistenza molto difficile, oltre quella dei loro familiari.

In questi frangenti restano dimenticati quanti drammaticamente “vivono” ora per ora, minuto per minuto, con i sofferenti queste patologie , mentre tutti continuano a coltivare la speranza, ad anelare attenzione al mondo della sofferenza, malgrado che i trascorsi  “Anno 2003 dichiarato dalla Comunità Europea  Anno dei disabili”, l’Anno Internazionale dedicato dall’ONU alla Famiglia, i dettami della recente Costituzione Europea e le Leggi Finanziarie non siano stati presenti ed efficienti .

Non osiamo credere che la sola indizione dellaGiornata Nazionale per la Salute Mentaledel 5.12.2004 , anche se viene apprezzato il riconoscimento al Presidente del Consiglio On.Silvio Berlusconi sull’inizio di promozione di eventuali provvedimenti per la salute mentale , oppure quel “tavolo tecnico” avvenuto il 17 marzo c.a.( e non più proseguito !) nella Sala Verde di Palazzo Chigi nel quale vennero da me presentate in 9 punti le necessità impellenti del “momento” per i disabili psico-fisici , siano la sintesi del programma di Governo.

L’opinione pubblica, Signori della Politica chiede e si aspetta di più, perché non si può più ignorare quella attenzione preferenziale per chi è più debole ed indifeso ! Dignità e speranza :questo è il binomio che si chiede alle Istituzioni.

Dignità per un rigoroso rispetto del loro essere e dei loro diritti di disabili psico-fisici, speranza perché questi diritti siano attentamente e finalmente valutati.

La semplice considerazione della dignità umana e della speranza, ci porta a pensare che non è sufficiente mettersi dalla parte di chi soffre ed essere  solo promotore di salute, ma sembra essere necessario ed urgente una mobilitazione delle coscienze, quale strumento che dica non solo dov’è la malattia e come curarla, ma anche dove può essere ricercato il modo od i possibili Piani Terapeutici d’intervento e quelli Normativi da parte delle Istituzioni, per aiutare le famiglie coinvolte e succubi di queste difficoltà .

L’opinione pubblica , le famiglie , la comunità civile , tutti attendiamo che il Governo ed il Parlamento con sensi di responsabilità diano vita ad una vera giustizia sociale ,  ad una normativa di riorganizzazione dei servizi , una legislazione\adeguata ,efficace , chiara e categorica libera da forme che ne sviliscono l’applicazione verso il mondo dei deboli , dei bisognosi , dei sofferenti , piuttosto che incrementare o seguire la litigiosità politica , senza che emergenze ed esigenze siano lasciate nell’angolo più buio del “buon senso”.

“Est modus in rebus” (c’è una misura nelle cose) questo famoso detto di Orazio esprime l’ideale classico del giusto mezzo, perché i giovani e gli adolescenti possono ottenere esempi ed insegnamenti di vita dai “grandi”, dato che per il momento quel giusto equilibrio da tutti invocato resta alquanto precario.

Previte

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