Le illusioni della Rivoluzione sessuale

Recentemente il DailyMail ha pubblicato un interessante articolo di Andrew N. Wilson sulle promesse non mantenute della Rivoluzione Sessuale degli anni ’60. Ne presentiamo qui una breve sintesi. Wilson è uno scrittore e giornalista inglese da sempre ateo convinto, autore anche di un libro “Contro la religione”, che si è riavvicinato alla fede nel 2009.

Wilson sostiene che, a partire dalla Rivoluzione Sessuale, si è andati avanti per anni con la certezza che un rilassamento nella morale sessuale avrebbe portato senza dubbio a una società più felice ma nel suo articolo fa notare tutte le contraddizioni che tale rivoluzione ha sollevato e che ancora oggi solleva nella società odierna.

Durante la Rivoluzione sessuale fu introdotta, nel 1961, la pillola contraccettiva per le donne, presentata come una prevenzione a gravidanze indesiderate e quindi agli aborti. Dopo 50 anni il numero degli aborti è invece aumentato: nel 2011 sono stati effettuati 189.931 aborti, circa 7% in più rispetto a 10 anni prima. Il 96% di questi aborti è stato finanziato dal Servizio sanitario nazionale, cioè dai contribuenti e solo il 47% di essi è costituito dai cosiddetti “aborti terapeutici”, eseguiti perché la salute della madre e del bambino erano a rischio. Questo significa, fa notare Wilson, che gli aborti praticati come mezzo “contraccettivo” sono ancora 90.000 all’anno: la pillola non ha mantenuto affatto le sue promesse.

Un’altra grande “conquista” attribuita a quegli anni è stata il divorzio. La conseguenza oggi è che circa un terzo dei matrimoni in Inghilterra finisce in un divorzio. E poiché molte coppie non si sposano affatto prima di separarsi, il numero delle famiglie distrutte è ancora più elevato.

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