Le migliori risposte al ministro Profumo sull’ora di religione nelle scuole | UCCR

Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha affermato di ritenere necessario «rivedere i programmi di religione» visto che nella scuola «ci sono studenti che vengono da culture, religioni e Paesi diversi. Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole, così come concepito oggi, non abbia più molto senso. Probabilmente quell’ora di lezione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica». Queste dichiarazioni -a titolo personale, come ha poi intelligentemente rettificato- hanno suscitato diverse polemiche e fiumi di inchiostro, basti sottolineare che il quotidiano “Repubblica” ne ha approfittato per una classica campagna laicistapubblicato una media di tre articoli al giorno contro l’insegnamento dell’ora di religione nelle scuole.

In molti –come il filosofo Costantino Esposito e il filosofo Michele Marsonet-, hanno giustamente fatto notare che Profumo evidentemente ha un’idea di insegnamento della religione cattolica (Irc) che nulla ha a che vedere con quello attuale. Infatti, come ha spiegato il vescovo di Piacenza-Bobbio, Gianni Ambrosio, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, «l’Irc è già cambiata. Non è di certo una lezione di catechismo, bensì una introduzione a quei valori fondanti della nostra realtà culturale che trovano la propria radice proprio nel cristianesimo», in un’ottica «attenta alla realtà multireligiosa e multietnica presente nella scuola  italiana».

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