LETTURE/ Attenti a chi vuole “separare” la Grecia dal cristianesimo

Alfredo Valvo

Un recente articolo di Luciano Bossina comparso il 5 settembre scorso su ilsussidiario.net (Da Omero al Cristianesimo: cosa c’è davvero nelle pagine di W. Jaeger?) pone implicitamente la domanda se sia indispensabile – come ritiene l’Autore dell’articolo – il corredo di conoscenze storiche, letterarie, filosofiche ed altro per intraprendere utilmente la lettura di un testo. L’oggetto in questione, da cui parte la lunga e dotta disamina dell’autore, è l’ultima opera di Werner Jaeger, Cristianesimo primitivo e paideia [formazione] greca (edizione originale inglese 1961, anno della morte di Jaeger; traduzione italiana 1966; nuovamente pubblicato da Bompiani nel 2013 nella Collana Il pensiero occidentale).

L’opera di Jaeger, uno dei maggiori filologi classici del secolo scorso, si presenta, pur nell’apertura a prospettive future, come un lungo e meditato congedo dagli studi condotti fino allora nel corso di una intensa attività di ricerca e una non meno brillante carriera universitaria: nel 1914 (era nato nel 1888) fu chiamato a Basilea a ricoprire la cattedra che era stata di Nietzsche, nel 1921 succedette a Wilamowitz nell’Università di Berlino.

Gli studi di Jaeger vertono soprattutto sulla formazione dell’individuo nel mondo greco. La sua opera maggiore, giustamente famosa, giudicata dai più uno dei capisaldi della scienza dell’antichità classica e della filologia tedesca (a parte qualche malevolo giudizio di altri studiosi in patria e fuori di essa), è Paideia. La formazione dell’uomo greco, in 3 volumi (1934-1944).

Dopo questa premessa veniamo alla questione posta sopra.

Conoscere a fondo un Autore del mondo antico, per esempio uno storico romano, facendolo riemergere dal passato con indagini sulla sua origine, attività di pensiero, passione politica, speranze, tradimenti ecc., è indispensabile per una lettura non superficiale delle sue opere e per valutarne l’attendibilità, poiché, diceva Hermann Bengtson, gli storici romani (i greci avevano appreso la lezione di Tucidide) continuavano per conto loro, nelle opere elaborate “a tavolino”, le battaglie iniziate nel Foro. Di qui la scarsa affidabilità di molti autori e storici di Roma, soprattutto degli annalisti del I secolo a.C. Ogni elemento utile a ricostruire il background culturale, politico e letterario in un caso del genere ci avvicina alla personalità dello storico, ben sapendo che ogni Quellenforschung (ricerca, analisi delle fonti) comporta correzioni e miglioramenti (se possibile) rispetto al passato. Pertanto sarebbe sbagliato accontentarsi di un prodotto “effimero” cioè senza aver vagliato e analizzato quanto più è possibile relativamente all’opera che si studia.

Questo vale, ad esempio, per la ricostruzione storica e, se vogliamo, per ricostruire il pensiero dello storico se ha avuto interessi di parte da difendere: anche oggi, del resto, la ricostruzione storica è spesso ideologica e a farne le spese è la verità, a meno di non sostituirla con la categoria del “relativismo storico”, in definitiva la confusione delle lingue.

Ma lo stesso metodo non può essere applicato alle opere di Jaeger, del quale ci interessano il pensiero, la ricerca appassionata della verità, l’indagine sul rapporto fra cristianesimo e pensiero greco, che egli conduce con atteggiamento da storico «come si addice a un filologo classico».

Occorre distinguere fra ciò che uno scrive e ciò che pensa: nel primo caso lo scritto è oggettivo, nel secondo si tratta di un infruttuoso processo alle intenzioni. Per questo giudicare l’opera di Jaeger non equivale a conoscere quale fu il suo rapporto con la politica, il suo impegno come protagonista del Terzo Umanesimo, la dura battaglia per la difesa degli insegnamenti umanistici contro l’invadenza della tecnocrazia. Di fronte alla questione sempre aperta fra mondo classico, in particolare greco (Humanismus) e cristianesimo (Christentum) Jaeger conclude che il cristianesimo trovò già edificata una costruzione all’interno della quale poté costruire una propria identità culturale né sarebbe stato possibile costruirne una nuova (lettera 28.4.1930 in possesso di W.M. Calder III). È questo – e non altro – comunque si voglia indirizzare il discorso, ciò che Jaeger ha scritto e voluto dire. Lasciando da parte le polemiche annose e ormai vuote sulla ellenizzazione del cristianesimo ovvero sulla possibilità di deellenizzarlo (si tradurrebbe, nei fatti, in una decristianizzazione, impossibile ormai perché il cristianesimo affondò le sue radici culturali nel terreno della civiltà classica e questo, come tutti i fatti storici, è irreversibile), considerando il fatto che solo questo era possibile e solo questo accadde, la tesi di fondo di Jaeger, ridotta in sintesi, è che la novità di Cristo sostituisce la paideia greca con la nuova paideia cristiana, senza discontinuità.

Questo fatto – detto con brutta parola “continuismo” – è in altre parole l’affermazione dell’impossibile discontinuità fra il pensiero greco e la formazione del pensiero cristiano, che da lì attingeva concetti, parole, esperienze per esprimere la propria verità, fondata sul messaggio biblico; Platone – per fare un esempio della vicinanza del pensiero greco ai fondamenti del pensiero cristiano – riteneva che l’unica speranza per gli uomini di conoscere la verità fosse una zattera gettata dalla divinità (Fedone 85 c-d), cioè la rivelazione del Mistero.

Tutto questo prescinde dalle esigenze di pre-conoscenza, che non sembrano, a mio avviso, prioritarie per una lettura adeguata di Jaeger. È invece sui contenuti – dei quali dirò, con dispiacere, che non vengono presi in considerazione da Bossina – che va imperniata la lettura di Cristianesimo primitivo e paideia greca e, per quello che conosco, anche delle altre opere di Jaeger, il quale aggiunge che l’incontro fra pensiero greco e cristianesimo «non era un semplice caso» ma la «necessità intrinseca di un avvicinamento tra la fede biblica e l’interrogarsi greco», come appunto il Fedone platonico dimostra.

Fonte: LETTURE/ Attenti a chi vuole “separare” la Grecia dal cristianesimo.

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