L’ex ministro sciita: «I cristiani sono parte del presente e del futuro» | Chiesa | www.avvenire.it

L’ex ministro Ibrahim Shamseddin accenna un sorriso quando il Papa, nel suo primo discorso in aeroporto, ha sottolineato la peculiarità della «felice convivenza tutta libanese». Seguendo le orme di suo padre, l’imam Mohammad Mehdi Shamseddin, per anni a capo del Consiglio supremo sciita del Libano, è impegnato nel dialogo interculturale attraverso un’Ong che ha sede nella periferia sud di Beirut.

Il Papa ha affermato che è venuto anche per dire che la convivenza di cui il Libano vuole dare testimonianza «sarà profonda solo se si basa su uno sguardo accogliente e un atteggiamento di benevolenza verso l’altro». Cosa ne pensa?
Tutta la mia esperienza ruota attorno a questo concetto. Nella sede Onu di Ginevra, ho paragonato la convivenza islamo-cristiana in Libano alla formula chimica dell’acqua. Gli uni rappresentano l’idrogeno, gli altri l’ossigeno. Senza l’atomo di ossigeno, nemmeno mille atomi di idrogeno possono fare l’acqua di vita. Per questa io rigetto completamente il discorso, molto diffuso nei nostri ambienti, su minoranze e maggioranze.

Si spieghi meglio.
Nella nostra regione non si può parlare di minoranze. Ci sono, invece, due maggioranze: una araba, l’altra islamica.

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