Lezioni di bondage. E noi paghiamo |La Nuova Bussola Quotidiana

di Luigi Santambrogio

Non c’è solo Palermo a esibire l’orgoglio gay-lesbo-trans, anche se la versione isolana della Parade in formato baby non ha (almeno per il momento) precedenti. Tredici sono infatti le città italiane che dal inizio di giugno e fino a metà luglio saranno investire dall’Onda (così si chiamano le manifestazioni). Roma ha aperto le sfilate primavera-estate della sarabanda omosex, si sono poi accodate Alghero, Alghero, Bologna, Catania, Lecce e adesso si preparano a salire sui carri  Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Torino e Venezia. Chiuderanno il pittoresco carnevale Siracusa il 5 luglio (qui il gruppone Lgbt manifesterà sulle barche) e Reggio Calabria il 19 luglio. Per reclamare la parità di genere, rivendicare il diritto al libero accoppiamento  e al matrimonio unisex e ripetere come un solo omo lo stesso ritornello: “Adesso  fuori i diritti”. E speriamo che in piazza tirino fuori solo quelli…

Vabbè, si scherza, ma c’è poco da stare allegri perché la questione è molto seria e preoccupante. E mica per quei quattro gatto-gay schiamazzanti che per qualche ora terranno in ostaggio il traffico: no, a intristire sono questi  sindaci farlocchi, che fanno a gara nel mostrare chi ha il pennone più lungo, dove appendere la loro bandierina arcobaleno. A Napoli, ad esempio, l’ineffabile Luigi De Magistris (una toga rubata alla magistratura) se ne fotte allegramente di rifiuti, inquinamento, malasanità, camorra e droga. Il borgomastro sogna invece un Pride allargato a tutto il Mediterraneo e candida la città partenopea a polo “di incontro e riflessione sui diritti e le discriminazioni per tutte le terre che si affacciano sul Mare Nostrum”. Insomma, il Vomero come Castro Street e il Golfo come la Golden Bay di San Francisco, il posto più gay friendly del mondo. Intanto, l’ex pm pulcinella, capace di niente ma dotato di inesauribile fantasia, annuncia di voler iscrivere nei registri municipali le coppie gay già sposate all’estero. Ha già chiesto gli elenchi ai sindaci del mondo, la prima rogatoria internazionale a sesso unico  E’ un’idea fuorilegge, ma tanto che gli costa a Giggino ‘sta strunzata?

Ma se Napoli piange, Milano ha smesso da tempo di sorridere. La  capitale della finanza, della moda e delle tangenti sulle grandi opere, è da anni guidata dalla giunta arancio-comunista di Giuliano Pisapia. Il sindaco l’ha candidata a ospitare l’Europride del 2015, in coincidenza con l’apertura dell’Expo. Magnifico, no?  Il bello è che l’orgoglio gay ha contagiato pure la Lega di Salvini e Maroni che, chiusa l’era formigoniana, ora governa la Lombardia. La Gay Week meneghina gode anche dell’appoggio della Regione che ha concesso il patrocinio alla sfilata. Ma tant’è: sono gli stessi lumbard che vorrebbero liberalizzare la cannabis (forse prima di dare il riconoscimento al Pride si son fatti qualche tiro) e vanno raccogliendo firme per la riapertura della case chiuse. Un bel sorpasso (sulla sinistra) per la giunta Pisapia che per rimediare ha subito deciso di rilanciare la posta.

Ci ha pensato l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino (Pd)  a inventare il primo  corso pubblico e popolare di sado-masochismo, benedetto dal Comune, ma finanziato, a loro insaputa, dai milanesi. Come antipasto, la presentazione di Nuda – Racconti Erotici, l’ultimo best seller gay-lesbo di Michela Pagarini, autrice del manuale, sedicente scrittrice e lesbica militante, alla “Casa dei diritti”, un lussuoso palazzo in pieno centro che la giunta ha deciso di destinare, dopo aver speso migliaia di euro per i restauri, alle attività delle associazioni Lgbt. Tra le quali evidentemente, a parere dell’assessore, c’è anche l’insegnamento delle pratiche di bondage, sadismo e masochismo.

E dopo la lezione teorica, alcuni esempi dal vivo, con lacci, frustini di pelle e maschere in lattice, per illustrare al gentile pubblico come si pratica la dominazione sessuale. Infine, a chiudere, un assaggio di performance di “shibari”, versione del bondage che consiste nel legare il proprio partner con corde giapponesi. Una pratica erotica antica ma rischiosa: troppo spesso, ha portato i “giocatori” a un livello di perversione tale da condurre alla morte per asfissia.

Ecco, tutto questo succede a Milano: un tempo famosa per la Fabbrica del  Duomo e la Madonnina, oggi nuova capitale (im)morale della sinistra post moderna. Quella in versione sado-comunista.

Fonte: Lezioni di bondage. E noi paghiamo.

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