Libia islamica: ergastolo a chi offende la religione

Tornata di leggi liberticide approvate in Libia: «Ergastolo per chi inneggia a Gheddafi, denigra la rivoluzione, diffonde rumori che turbino i cittadini e offende l’islam»

«Inneggiare a Muammar Gheddafi o al suo regime o alle sue idee o ai suoi figli, offendere l’islam o denigrare la rivoluzione del 17 febbraio» sarà punito con pene che vanno fino all’ergastolo. Lo ha stabilito il Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt), che guida il paese nordafricano fin dall’uccisione del rais Gheddafi, approvando una legge il 2 maggio.

Secondo quanto dichiarato dal Cnt, la Libia si può considerare ancora in uno «stato di guerra» e la legge appena approvata servirà a mantenere il paese stabile. L’ergastolo è previsto anche per chi «diffonde informazioni o rumori che possano attentare ai preparativi militari per la difesa del paese o seminare il terrore tra la gente o offendere la morale dei cittadini». Se «i rumori o le informazioni danneggiano il paese, la pena è l’ergastolo». Le misure approvate dal Cnt non si addicono certo a governanti che sbandierano tutto il giorno di avere liberato il paese da un regime e che si sta per aprire una nuova stagione di libertà. Un’altra legge approvata sempre il 2 maggio prevede la confisca delle proprietà dei familiari di Gheddafi e dei suoi ex funzionari. Non è invece presente nel testo, contrariamente agli annunci fatti la settimana scorsa, la norma che proibisce la nascita di partiti a stampo religioso.

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