L’ideologia violenta il diritto.

«La vicenda siciliana sulle agevolazioni per le unioni di fatto è l’ennesima conferma del gravissimo errore che stanno facendo troppe amministrazioni locali, cercando di regolare la famiglia attraverso atti amministrativi o normativi» commenta Francesco Belletti, presidente del Forum. «Si viola così la Costituzione, che parla di promozione e sostegno alla famiglia (art. 31), dopo aver ben definito – o meglio,  “riconosciuto” – che la famiglia è una “società naturale fondata sul matrimonio” (art. 29). Le  unioni civili non sono – evidentemente – famiglia, eppure potrebbero ricevere oggi in Sicilia gli stessi benefici delle famiglie legalmente costituite. Si garantiscono pari diritti per condizioni diverse, per impegni diversi, per doveri e regole diverse. 

«Uno scandalo giuridico, evidentemente, ma chi ha votato a favore pare non accorgersene. Il governatore Crocetta, in primis, che usa toni trionfalistici fuori luogo, e annuncia un’agenda ancora peggiore, del tipo “rendere obbligatori” i registri comunali. Così si conferma che l’apparente libertà delle amministrazioni locali, in tema di unioni civili, è possibile solo se obbedisce all’ideologia del gender. Sulle scelte diverse piovono le accuse di omofobia e di integralismo.
«Già il Forum regionale di Sicilia ha fatto sentire alta la sua voce: a livello nazionale abbiamo anche la responsabilità di segnalare la gravità della situazione, non solo per i cittadini e per il sistema normativo della regione. Davvero vogliamo che i Comuni e le Regioni facciano le regole sulla famiglia? Con quale autorità e legittimazione, ma soprattutto: con quali limiti, visto che la Costituzione sembra irrilevante?
«E’ poi paradossale questo “trattamento speciale” della famiglia e delle questioni ad essa correlate, rispetto a ogni altro mondo regolato giuridicamente. Basti pensare alla regolazione del terzo settore: nella normativa, ad esempio quella sulle Onlus, è chiarissimo –  e giustissimo – che certi benefici siano attribuiti solo a chi rispetta alcuni vincoli fissati dalla legge. Se una associazione non corrisponde più ai requisiti Onlus, ad esempio, non può avere sgravi fiscali o altri sostegni. Anzi -giustamente – deve restituire i benefici ricevuti ingiustamente. E tante associazioni non profit scelgono di non ricevere tali benefici, per essere più libere dal punto di vista delle regole interne.  Per le Onlus, quindi, i benefici, ben definiti, devono corrispondere a regole, vincoli e impegni ben chiari – e costantemente controllati dalla pubblica amministrazione. Per le famiglie, invece, parrebbe di vivere nel ”Paese dei Balocchi”: non contano gli impegni che ti assumi, basta che dichiari di essere “unione”, iscrivendoti ad un registro, e ottieni gli stessi benefici di chi va, con ben diverso impegno, davanti al sindaco a si impegna a rispettare gli articoli del codice civile e della Costituzione. 
Davvero non c’è ingiustizia peggiore che “trattare in modo uguale condizioni diverse”» conclude Belletti. «Ci ripensi, il governatore Crocetta, prima di ritenere una conquista di civiltà questa evidente ingiustizia!
 
Forum delle associazioni familiari

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