Lo psichiatra: «Spettacolo dannoso, genera confusione» | Cronaca | www.avvenire.it

Da genitore non avrebbe dubbi: «Non manderei il mio bambino a quello spettacolo, non gli comprerei quel libro». Non per pregiudizi contro i gay, «che devono poter vivere la loro vita nel pieno dei diritti civili», ma perché «tanta confusione a quell’età è molto dannosa, condizionerebbe lo sviluppo e limiterebbe le potenzialità di mio figlio». A dirlo, «da un punto di vista laico», è Bruno Renzi, psichiatra con 40 anni di servizio, 12 dei quali come direttore all’ospedale Sacco di Milano.
Perché è uno spettacolo dannoso?
L’infanzia fino agli 8-10 anni è un’età fondamentale per la formazione e l’indirizzo psicologico di una persona. È in quegli anni che diversi fattori concorrono alla strutturazione della personalità, e uno di questi è l’introiezione di modelli – emotivi, cognitivi e comportamentali – che provengono dalle figure genitoriali. In un contesto familiare normale, con una polarità maschile e una femminile, il bimbo ha la possibilità di acquisire i modelli congeniali alla sua struttura: se è un maschietto è opportuno che li acquisisca dal padre, altrimenti dalla mamma. Messo di fronte a libri e spettacoli come quello del Teatro Litta, il bimbo è indifeso, quantomeno gli si ingenera confusione, che diventa strutturata se il bombardamento è costante: una favoletta una volta sola pazienza, ma insistere con insegnamenti così fuorvianti può generare false introiezioni rispetto ai modelli che il bambino sta ricevendo da una famiglia normale.
Qualcuno le direbbe che “tutte” sono famiglie…

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