Lo scontro sulle nozze gay entra nelle scuole francesci | Mondo | www.avvenire.it

A una settimana dalla giornata nazionale di manifestazioni contro la bozza di legge socialista sulle nozze e adozioni gay, il clima si surriscalda in Francia. Nonostante il fronte della protesta sia particolarmente trasversale, includendo credenti e non, tutte le principali religioni, intellettuali e persino esponenti di associazioni gay, l’esecutivo ha inviato nelle ultime ore avvertimenti molto espliciti all’indirizzo preciso del mondo cattolico, indicando in particolare che non tollererà «derive» all’interno delle scuole cattoliche sotto contratto con lo Stato, ovvero la stragrande maggioranza.

Ieri, il presidente François Hollande in persona ha appoggiato la strategia del ministro dell’Istruzione, Vincent Peillon, che ha inviato una circolare ai provveditori per chiedere «massima vigilanza» verso gli istituti cattolici, in modo da evitare «fenomeni di rifiuto e di stigmatizzazione omofobi».

Sempre Peillon, aveva definito «un errore» la missiva inviata dai vertici dell’“Insegnamento cattolico”, la rete di tutti gli istituti cattolici, che ai propri presidi per ricordare la liceità di discussioni in classe sul progetto di legge socialista del «matrimonio per tutti». Rispondendo ai giornalisti nel quadro di una trasferta, Hollande ha commentato l’iniziativa di Peillon: «La laicità è il rispetto delle coscienze. Dobbiamo fare in modo che ogni sensibilità sia rispettata, che tutte le religioni possano essere praticate, ma allo stesso tempo c’è una regola che si chiama vita comune e c’è un principio che si chiama neutralità dello Stato, soprattutto negli istituti d’insegnamento sotto contratto e in quelli statali». Tanti denunciano già il revival di un laicismo di Stato. Fra i ranghi dell’opposizione, Laurent Wauquiez, ex ministro neogollista dell’Università ed astro emergente dei conservatori, è stato fra i più accorati.

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