Ma in che cosa crede il cardinale Ravasi? | Corrispondenza romana

di Roberto de Mattei L’incontro che si è svolto il 5 e il 6 ottobre ad Assisi ha visto un vero dialogo tra credenti e non credenti, come diceva il programma, o una serie di monologhi tra non credenti, senza la presenza di alcuno che professasse integralmente la Verità cattolica? A farlo pensare sono le ripercussioni mediatiche dell’evento ma anche spiace dirlo, la fisionomia culturale di colui che dell’incontro è stato l’indiscusso protagonista. In cosa crede infatti S. Em.za il cardinale Gianfranco Ravasi? Limitiamoci alla prefazione che egli ha recentemente apposto a La vita di Antonio Fogazzaro Morcelliana, Brescia 2011 di Tommaso Gallarati Scotti 1878-1940.Si tratta di un’opera posta allora all’Indice dei Libri Proibiti Decr. S. Off. 9 dicembre 1920, dedicata ad un autore, a sua volta ripetutamente posto all’Indice Decreti 5 aprile 1906 e 8 maggio 1911 per i romanzi Leila e Il Santo, quale fu lo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro 1842-1911. Due modernisti, Fogazzaro e Gallarati Scotti, i cui nomi si accompagnano nella prefazione del card. Ravasi a quelli di altri modernisti tristemente celebri, come George Tyrrell, Alfred Loisy, Romolo Murri, Ernesto Buonaiuti, tutti scomunicati e tutti ricordati dal cardinale, con queste parole: «A costoro si accostò Antonio Fogazzaro, erede della tradizione cattolico-liberale e interprete dei fermenti che si stavano allora sviluppando nella società e nella cultura» Prefazione, p. 6.

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