Ma la famiglia, anche quella dove insiste un disabile fisico ed un handicappato psichico, è continuatrice di valori etico-sociali?

E’ quanto si chiedono le famiglie e lo chiedono al Sinodo dei Vescovi !

La famiglia italiana, che i dati statistici ci consentono di rilevare una progressiva erosione del concetto Famiglia in favore di forme di convivenza forse vogliono affermare lo sviluppo di una cultura troppo spesso indirizzata contro ogni forma di vita sociale e di vincolo matrimoniale dell’essere famiglia.

Ma la Famiglia composta da membri disabili fisici ed handicappati psichici, ha speranza e futuro ?

Pur tra le crescenti difficoltà, possibile frammentazione delle forme familiari, fallimenti, crisi con tenitrice di stress, capacità di “tenuta” che si fa sempre più labile e debole od altre anomalie, la famiglia resiste ancora con quel volto “tradizionale” malgrado la crisi incombente ed i segnali di intensa fragilità.

Con la dizione “tradizionale” vogliamo riferirci alla famiglia, quella che continua :

1.) a mantenere la promessa di fedeltà reciproca dei coniugi,

2.) a farsi carico dei propri figli,

3.) ad aiutare i propri genitori anziani,

4.) a curare i propri membri disabili.

E su questo ultimo “aspetto tradizionale” che ci vogliamo fermare per analizzare questa “situazione”.

E’ fuor di dubbio, come abbiamo osservato, che la fondamentale istituzione assistenziale è la famiglia fulcro indispensabile e centrale della vita della società, specie quella dove “abbonda” la disabilità .

Uno dei problemi più scottanti e più difficili di maggior rilievo in questi ultimi tempi che affliggono le famiglie dei disabili è l’incertezza del “dopo”, il Dopodinoi, cioè del “dopo la morte” di colui/colei che sostiene il peso dell’assistenza, soprattutto per non avere ancora una ragionevole sicurezza o certezza sui vari tempi assistenziali che il proprio familiare malato dovrà affrontare.

http://media01.radiovaticana.va/audiomp3/00347048.MP3 Intervista Radio Vaticana dottoressa Masotti .

La dignità umana va rispettata nella sua essenza, perché il livello di civiltà si misura nel rispetto della persona : di ogni persona e non da “ necessità politiche”!

Oggi, il “Dopodinoi”, constatiamo che questa forma di assistenza si è fatta sempre più urgente, necessaria, impellente anche in conseguenza dello sviluppo di quella erosione di valori della famiglia indicati dai rilievi statistici, ipotizzando al “ricovero di massa” in quello di “poche unità” quali casa-famiglia , comunità alloggio od altro in grado di garantire parzialmente l’affetto familiare, ma con quella solidarietà che pur non trascurando l’ambito della normalità sappia dare quell’aiuto necessario per compensare il deficit di natura organica, motoria , sensoriale.

Qualcuno ha scritto che l’Italia ha bisogno di una “ecologia morale” !

E’ vero!, perché il quotidiano antagonismo politico e quel negare ogni valore etico coperto da una superficiale solidarietà, sono elementi che avvelenano l’atmosfera familiare e fanno perdere di vista le priorità che il Paese vuole ed abbisogna !

Riassumendo a margine del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, mi permetto rendere necessario che siano tenute di priorità assoluta due importanti condizioni :

1.) la FAMIGLIA, soprattutto quella che accudisce ai propri familiari disabili, siano essi fisici che psichici, molto spesso dimenticata, per non dire ignorata ;

2.) il “DOPO DI NOI”, cioè dopo la morte di colui/ei che sostiene il peso dell’assistenza e la costituzione di un Fondo nel quale confluire tutto quanto perviene al “diversabile” per il sostentamento e cure, amministrato da un Ente Pubblico che garantisce la continuazione della solidarietà .

E’ quanto raccomandiamo al Sinodo dei Vescovi di non dimenticare i membri disabili della famiglia, “dal concepimento alla morte naturale” ( Papa Francesco 12.8.2013 / Brasile / Settimana Nazionale della Famiglia) .

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !”

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

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