Ma ’sti cattolici che cosa pensano?

Avete mai provato a guardare che cosa accade in certo mondo che si dice «cattolico»? Difendo da sempre l’Insegnamento della Religione cattolica nella scuola, le scuole libere (che non ho mai chiamato private), il diritto della Chiesa ad avere i propri strumenti di comunicazione… e mi sembra di avere fatto battaglie sempre, con chiarezza, coraggio e decisione.

Poi, che accade? Una amica mi scrive che «l’insegnante di religione delle medie, grillina dichiarata e animalista sfrenata (vedere profilo facebook) porta a scuola la pastora protestante a fare lezione. E, alla morte improvvisa del collega (vero cristiano, lui sì) di educazione fisica, un mese fa, di fronte alla classe scossa dalla notizia e alla proposta di un’alunna (mia figlia) di dire tutti insieme una preghiera per lui, ha risposto: “mi sembra assolutamente fuori luogo”». E nelle scuole libere «cattoliche» si «invitano i ginecologi del MpV, che spiegano ai ragazzi che l’aborto è una cosa brutta, tanto brutta, anche se praticato per via di pillolame postconcezionale; per questo bisogna sapere ben distinguere i pre e i post concezionali ed evitare i secondi facendo uso dei primi (perché tanto i ragazzi scopano, si sa, e quindi bisogna fornire loro gli strumenti…)».
Un altro amico mi ricorda che «per ottenere la Messa di inizio anno in una scuola cattolica di gloriosa tradizione è stato necessario andare sulle barricate. Non parliamo delle testimonianze di genitori che mi raccontano che alla scuola cattolica invitano il medico della ASL che spiega come si usano i contraccettivi eccetera eccetera.
Vogliamo aprire il capitolo “ora di religione”, dove insegnano docenti nominati dal vescovo e pagati dallo stato (…). Docenti come quello di mio figlio, che passa l’anno a parlare della shoah e a vedere film sulla medesima, e che ogni volta sospira: “ah, il mio sogno sarebbe farmi ebrea, ma purtroppo non posso. In ogni caso, l’ideale sarebbe una religione che mette insieme gli aspetti migliori di tutte quelle che ci sono”…».

Ho già scritto l’anno scorso di un Convegno CEI dove il relatore incaricato (che poi ho scoperto essere sacerdote) ha espresso una posizione quanto meno difforme rispetto al magistero della Chiesa.
Purtroppo gli esempi non mancano (basti solo pensare alle uscite di Mons. Paglia, che definisce la legge che in qualche modo sdogana l’incesto in Italia come una buona legge per la famiglia, o a Mons. Giudici che si esprime «in comunione di fede» con i fratelli mussulmani, o – ma mi fermo per non tediarvi – alla gloriosa Università Cattolica che impone un «Codice etico» che di cattolico ha proprio poco).

Ho già scritto dello sconcerto che mi ha preso riguardo all’avere ignorato la notizia della denuncia del cantante che si è esibito in una performance blasfema contro l’Eucaristia, perché tale notizia non sarebbe «essenziale».

Ricordo con commozione quando, di fronte alla débâcle al referendum sull’aborto, don Giussani ha ricordato a tutti che «si riparte da Uno». Sì, ripartire da quell’Uno che solo può darci speranza, e testimoniare l’affetto a Lui e a «tutto quello che proviene da Lui», ricostruendo quella cultura che nasce dalla fede, che solo una esperienza viva del Signore risorto può rendere possibile. È il tempo della testimonianza e del martirio che, non ci stancheremo mai di ripetere colle parole di Papa Francesco, si realizza in questo tempo di «persecuzione». Così ci ricorda: «La persecuzione è un evento ecclesiale della fedeltà; a volte è frontale e diretta; altre volte occorre saperla riconoscere quando è ammantata da quell’apparenza pseudoculturale con cui ama presentarsi in ogni epoca, nascosta dietro la laica “razionalità” di un sedicente “senso comune” delle cosiddette persone normali e civili. Le forme sono molte e differenti, però ciò che sempre scatena la persecuzione è la follia del Vangelo, lo scandalo della Croce di Cristo, il fermento delle Beatitudini. Inoltre, come nel caso di Gesù, di Stefano e di questa grande “nube di testimoni”, i metodi furono e sono gli stessi: la disinformazione, la diffamazione, la calunnia, per convincere, far avanzare e – come ogni opera del Demonio – far sì che la persecuzione cresca, contagi e si giustifichi fino al punto di sembrare ragionevole.»

Fonte: Ma ’sti cattolici che cosa pensano?.

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