Maldive: giù la maschera

Le Maldive sono una nazione che occupa la sesta posizione della lista dei paesi dove più si perseguitano i cristiani.

Impossibile non parlarne. D’altronde lo facciamo da tempo. Giù la maschera dalla Repubblica delle Maldive! Finalmente la copertina patinata è stata strappata, mostrando il volto di quella che, va ricordato, è una nazione che occupa la sesta posizione della lista dei paesi dove più si perseguitano i cristiani. La situazione interna peggiora ora dopo ora, i sindaci delle 2 città principali (Malè, molto conosciuta dai turisti italiani, e Addu) dichiarano che il governo ha perso il controllo della situazione dopo il golpe che ha portato alle dimissioni del presidente in carica. Disordini per le strade, attacchi ai commissariati di polizia, rivolte nelle carceri, fiamme in una corte di giustizia e in sedi comunali, e tutto questo in vari atolli dell’arcipelago: le Maldive sono in subbuglio, il processo di democratizzazione non piace e l’islam più radicale spinge sobillato dal precedente regime, ecco cosa ribolle dietro le foto da catalogo.

Il presidente maldiviano deposto con le armi, Mohamed Nasheed, è stato picchiato dalla polizia mentre manifestava nella capitale. È chiaro che vi sia un colpo di stato in atto e che la direzione sia quella di islamizzare ancora di più le Maldive. Non molto lontani, i resort affollati di turisti (tra cui anche molti italiani) mantengono una certa compostezza, perché il turista è “sacro”, è fonte di reddito per tutti e non va toccato. Intanto però, i cristiani maldiviani subiscono la persecuzione.

In questo piccolo “paradiso” non esiste libertà di culto; per costituzione si nega ai non musulmani di ottenere la cittadinanza maldiviana e i pochi cristiani locali vivono una vita impossibile. E’ così totale il controllo sociale e delle autorità che un ex musulmano convertitosi al cristianesimo rimane nel segreto o preferisce scappare dal paese. Al limitato numero di cristiani indigeni non è permesso incontrarsi pubblicamente per pregare insieme, anzi mille sono gli ostacoli e le pressioni, tali che, come si diceva, i credenti rimangono nell’anonimato. Il governo si considera il protettore e il difensore dell’islam. Vi sono casi di arresti e di espulsioni dal paese; i siti cristiani subiscono censure, così come alta è l’attività di controllo su tutti i media. Secondo gli osservatori, la direzione ufficiale che sta prendendo il paese in materia di religione è verso un islam della scuola Deobandi, la stessa, per capirci, da cui derivano le convinzioni talebane, quindi radicale, conservatrice e attaccata alla sharia. Inutile dire che tutto questo non gioverà ai cristiani maldiviani.

Fonte: www.porteaperteitalia.org.

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