Male ha fatto il CIO a non ricordare il massacro delle Olimpiadi di Monaco

Su ogni Olimpiade che si apre si addensa tutto il secolo, sempre. Le pulsioni e gli umori, e non i migliori, del momento si posano sui suoi fragili pavesi, sulla sua retorica universalista e pacifista. Come oggi assistiamo a quella che Giuseppe De Bellis ha definito “le Olimpiadi islamiche”, così abbiamo visto le olimpiadi naziste del 1936, quelle comuniste nel 1980, quelle cinesi-autoritarie del 2008. Nel 1972, fu l’anno delle Olimpiadi terroriste.

Ma quell’anno, mentre altre comete sono tramontate, dura a tutt’oggi. Non è certo un caso che le Olimpiadi di Londra si aprono con il diniego del Comitato Olimpico di celebrare durante la cerimonia di apertura la memoria degli undici atleti israleiani che furono uccisi orrendamente da un commando terrorista palestinese nel 1972. L’evento odierno è iscritto nell’era dell’appeacement col mondo arabo, l’era dell’inchino di Obama quasi piegato in due dal desiderio di compiacere il principe Saudita, l’era in cui cerchiamo di accomodarci, raccontando bugie consapevoli, alla presa del potere nel mondo arabo da parte della Fratellanza Musulmana dopo le rivoluzioni. Come potrebbe il comitato Olimpico chiamare il terrorismo “terrorismo”, e “ebrei” gli ebrei che ne sono costantemente l’obiettivo preferito, di fronte al mondo islamico che lo scruta e lo minaccia?

Ma il rifiuto del CIO, nonostante le insistenze di tutto il mondo, di Obama stesso e del Senato americano, del parlamento italiano che ha osservato un minuto di silenzio, del Bundestag, del parlamento inglese, del parlamento Canadese, Australiano, e di altre assemblee elettive di Paesi Occidentali, è una sconfitta netta non solo per la lotta al terrorismo e per la sacrosanta memoria dei ragazzi israeliani che erano venuti solo a gareggiare nella loro specialità sportiva.

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