Malesia: proteste islamiche davanti alle chiese. Per il nome di Dio – Vatican Insider

Le manifestazioni previste domenica 5 gennaio. “I non musulmani non possono usare il termine Allah per riferirsi a Dio”

Marco Tosatti 

Il più grande partito politico malese, l’Organizzazione Nazionale Unita Malese (UNMO) ha annunciato che domenica 5 gennaio organizzerà proteste davanti alle chiese a Selangor, uno dei tredici Stati in cui si divide il Paese. Selango è retta da un sultano, che ha stabilito che i non musulmani non possono usare il termine “Allah” per riferirsi a Dio. E’ questa una querelle che va avanti da alcuni anni, in coincidenza con la crescita del fondamentalismo islamico nel Paese. Inutilmente i cristiani, e in particolare i gesuiti, hanno dimostrato che il termine “Allah” è sempre stato usato dai cristiani, almeno sin dal 1600, e che i musulmani non hanno mai avuto  nulla da obiettare.

Il principale bersaglio della protesta – nelle settimane passate si è giunti a bruciarlo in effige –  è padre Lawrence Andrew, direttore del giornale cattolico del Paese, il Catholic Herald, che ha annunciato che i cattolici delle parrocchie di Selangor continueranno a usare il termine “Allah”. Padre Lawrence Andrew ha dichiarato di essersi incontrato con le autorità di polizia a South Klang, e di aver avuto l’assicurazione che gli agenti pattuglieranno l’area in cui si trovano le chiese, per garantire la sicurezza. Padre Andrew era accompagnato da un avvocato. La decisione dell’UNMO giunge dopo che diversi gruppi islamici hanno chiesto che siano presi provvedimenti contro padre Andrew, dopo le sue dichiarazioni. Le chiese a Bahasa Malaysia, i cui fedeli provengono principalmente da Sabah e Sarawak, continueranno a usare il termine “Allah” nelle preghiere.

La popolazione della Malesia – poco meno di trenta milioni di abitanti – è islamica al 60 per cento, buddista al 19 per cento, indù al 6 per  cento. I cristiani sono il 9 per cento, divisi fra un 6 per cento protestante e un tre per cento di cattolici. L’islam è la religione ufficiale del Paese.

La dichiarazione di padre Andrew ha fatto seguito al comunicato emesso da Ahmad Zaharin Mohd Saad, nuovo direttore del Dipartimento Religioso Islamico di Selangor (Jais). Saad ha dichiarato che le autorità religiose di Selangor scriveranno alle chiese dello Stato chiedendo di applicare l’Atto 1988 relativo alle religioni non islamiche (Controllo della propagazione fra musulmani). L’atto proibisce ai non musulmani di Selangor l’uso di 35 parole e frasi arabe, fra cui “Allah”, “nabi” (profeta), “Injil” (Vangelo)  e “Insh’Allah” (Se Dio vuole).

Il Vice primo ministro Muhyiddin Yassin Ha dichiarato che le proteste si svolgeranno nella legalità. I manifestanti “non fanno nulla contro la legge, perché anche se noi siamo fedeli alla Costituzione Federale, quando si tratta di temi religiosi il potere dello Stato è del sultano”.

Fonte: Malesia: proteste islamiche davanti alle chiese. Per il nome di Dio – Vatican Insider.

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