Mamma, l’ora di religione non mi va, non la fa nessuno… | Italians

Caro Beppe, ieri parlando con mia figlia sono rimasta sorpresa nel sentirle dire che al liceo l’ora di religione non avrebbe voluto farla, come fanno già alcune sue compagne più grandi. Allora non farai nemmeno la cresima le ho risposto? Ma no mamma che c’entra, la cresima voglio farla, è solo che la religione a scuola non mi va, non la fa nessuno … Insomma da quanto ho potuto capire molti ragazzi rifiutano di fare l’ora di religione a scuola non per una qualche solida convinzione ideologica, ma semplicemente per avere un’ora di buco in cui spassarsela e non fare nulla. Mi pare veramente assurdo che ciò sia consentito, e non capisco perché l’ora di religione è diventata facoltativa. La religione come le altre materie se rientra nel piano di studi dovrebbe essere obbligatoria per tutti, altrimenti sarebbe meglio abolirla. Non viene un prete in classe che ti costringe a pregare, o a convertirti, nell’ora di religione non si cercano proseliti, ma si studia la religione, più precisamente la storia delle religioni, che fanno parte della nostra cultura, della cultura dell’uomo sin dalla sua comparsa sulla terra.

Quindi si tratta di una materia come un’altra, che apporta soltanto un arricchimento culturale, un ragazzo che non crede o che crede in un altro Dio non subirebbe certo una violenza partecipando all’ora di religione. In questo modo si consente a mio avviso una inutile discriminazione tra chi rimane in classe (costretto dai genitori) e chi esce (a far baldoria), tra chi verrà bollato dagli altri come un perdente perché resta in classe e chi invece come molto figo perché esce, perdendo così l’ennesima occasione di arricchimento culturale in una scuola ormai sempre più povera di contenuti. Non sono per la religione a scuola a tutti i costi, ma secondo me, stando così le cose, meglio non essere ipocriti e sostituirla con un’ora di educazione civica obbligatoria per tutti, sarebbe senz’altro più utile o no? Cari saluti,

 

Elena Scimìa,

 

Salve Elena. Come sono cambiati i tempi. L’ora di religione era per noi (1970-1975) un’ora di discussioni appassionate, tumultuose, sofisticate, quasi talmudiche. Merito del professore, don Carlo Ghidelli (gran biblista, poi diventato Arcivescovo di Lanciano e Ortona).  Tre volte su cinque si parlava di sesso e si discuteva di comportamenti in materia. Ne uscivamo stremati, non sempre convinti, ma soddisfatti. 

Dipende dall’insegnante, credo: ancora oggi. Certo, non è serio offrire la scappatoia dell’esenzione, un’eccezione nata per altri motivi, non per procurarsi un’ora libera. Ma la scuola – come l’Italia tutta – preferisce accettare queste ipocrisie, invece di affrontare i problemi. Fosso il ministro, renderei obbligatoria l’ora di religione, oppure la toglierei del tutto (ma qui scattano le ipocrisie ecclesiastiche). Ci sono molte cose su cui ragionare, a cavallo tra fede, storia, educazione civica. Pensa ai rapporti con l’Islam, o all’orrore dei campi di sterminio e  alle complicità italiane: i ragazzi DEVONO sapere queste cose, altrimenti c’è il rischio che si ripetano. Una classe delle superiori che visita il Binario 21 in via Ferrante Aporti a Milano, dove le deportazioni sono continuate fino al 1945, è salva:  quello che i ragazzi vedranno lì, non lo dimenticheranno più.

Fonte: Mamma, l’ora di religione non mi va, non la fa nessuno… | Italians.

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