Manifesto sacrilego, denunciata la mostra Lgbt | La Nuova bussola Quotidiana

di Gianfranco Amato 30-09-2014

Nell’articolo di Massimo Introvigne pubblicato su questo giornale (clicca qui) si dava notizia del sacrilego manifesto con cui è stata pubblicizzata la mostra d’arte omosessualista, intitolata S.A.L.I.G.I.A. (acronimo dei sette vizi capitali), organizzata dall’International Art Lgbte tuttora in corso a Torino. Tale manifesto, infatti, raffigura una donna obesa completamente nuda che schiaccia col piede alcune immagini religiose, costituite in particolare da icone di Gesù Cristo e della Madonna.

Non ha avuto paura di far sentire la propria voce, in nome della sua indiscussa autorità pastorale, Sua Eccellenza monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo metropolita del capoluogo piemontese. Le sue parole meritano di essere riportate: «Sono certo che ogni persona di buon senso e di buon gusto saprà valutare questo episodio per quello che merita. Soprattutto quando certe scelte “artistiche” diventano un modo facile, troppo facile, per cercare pubblicità attraverso le polemiche. Colpisce dolorosamente, in quell’immagine il modo in cui viene usato il corpo di una donna proprio quando cresce, nella nostra cultura, un’attenzione più diffusa e consapevole alle strumentalizzazioni e alle violenze che sulle donne si commettono. I cristiani sono abituati a vedere e a riconoscere, nel corpo umano, la presenza stessa del Cristo Salvatore, e dunque la fraternità profonda, il rispetto reciproco che deve caratterizzare i rapporti fra le persone e, ci pare, anche la rappresentazione della persona. Sotto i piedi di quella donna, invece non ci sono solo le immagini sacre ma emerge la mancanza di tale rispetto, doveroso per tutti e non solo per i credenti che vedono in quelle icone calpestate il volto del loro Signore e della Madonna. In quel montaggio c’è la protervia di chi si crede al di sopra di ogni minima regola etica; di chi pretende, in nome di una supposta scelta artistica, che tutti debbano accettare qualsiasi sfregio anche al più sentito e profondo senso religioso degli altri».

Per questi motivi, i Giuristi per la Vita e l’associazione Pro Vita Onlus (editrice della rivista Notizie Pro Vita) hanno presentato una denuncia-querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino nei confronti degli organizzatori della citata mostra e di tutti coloro che hanno concorso all’esposizione del manifesto offensivo. Questo il testo della denuncia-querela:

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TORINO

DENUNCIA – QUERELA

I sottoscritti Avv. Gianfranco Amato, nato a Varese, il 1° marzo 1961, in proprio ed in qualità di Presidente e legale rappresentate dell’associazione Giuristi per la Vita, Codi-ce Fiscale 97735320588, e Antonio Brandi, nato a Roma il 10 maggio 1952, in proprio ed in qualità di Presidente e legale rappresentante dell’associazione Pro Vita Onlus, Codice Fiscale 94040860226, elettivamente domiciliati ai fini della presente denuncia in Casale Monferrato, via Lanza 105, presso lo studio dell’Avv. Giorgio Razeto ([email protected]),

ESPONGONO

quanto segue.

A Torino si tiene dall’8 settembre al 17 ottobre 2014, presso l’ex Manifattura Tabacchi in corso Regio Parco 134/a, una mostra d’arte omosessualista intitolata “S.A.L.I.G.I.A.” (acronimo dei sette vizi capitali) e organizzata dall’International Art LGBTE, a cui, peraltro, era stato inizialmente concesso il patrocinio comunale. Il manifesto che pubblicizza tale mostra (realizzato dal fotografo Mauro Pinotti) raffigura una donna obesa completamente nuda che schiaccia col piede alcune immagini religiose, in particolare delle icone di Gesù Cristo e della Madonna (all.1). La prevedibile reazione polemica al contenuto di quel manifesto (il vice presidente vicario del Consiglio comunale torinese ha parlato di «offesa che colpisce la sensibilità religiosa di milioni di cristiani», e di «atto violento e incivile, ancora di più in un momento storico segnato da massacri e persecuzioni»), ha portato la stessa Giunta comunale del capoluogo piemontese a revocare il patrocinio. Maurizio Braccialarghe, Assessore alla Cultura del Comune di Torino, si è espresso in questi termini: «Quando riceviamo delle richieste, prima di dare il patrocinio alle iniziative, valutiamo la serietà dei progetti presentati. In questo caso nessun elemento inviatoci poteva far pensare all’utilizzo di un’immagine che riteniamo lesiva della sensibilità di molti. Oggi, dopo aver visto la locandina la Giunta, all’unanimità, ha deciso di revocare il patrocinio all’evento».

Resta il fatto che l’immagine rappresentata nel manifesto integra palesemente il reato di offesa ad una confessione religiosa mediante vilipendio di persone, previsto e punto dall’art.403 del Codice Penale. In questa sede i denuncianti si permettono di ricordare come la Corte di Cassazione abbia precisato che «il sentimento religioso, quale vive nell’intimo della coscienza individuale e si estende anche a gruppi più o meno numerosi di persone legate tra loro dal vincolo della professione di una fede comune, è da considerare tra i beni costituzionalmente rilevanti, come risulta coordinando gli art. 2, 8 e 19 Cost., ed è indirettamente confermato anche dal primo comma dell’art. 3 e dall’art. 20» (Cass. Pen., sez. III, 11 dicembre 2008, n. 10535).  Con riguardo al rapporto fra il reato in esame ed il diritto di pensiero, espressione artistica e critica, di cui all’art. 21 della Costituzione, si è rilevato che sono antigiuridici «quei fatti di vilipendio che, pur esprimenti un pensiero, travalicano, per la loro volgarità o turpitudine il limite del buon costume» (G.I.P. Latina 7 giugno 2001, in Codice Penale Commentato IPSOA 2011, sub art. 403, pag. 4102).

Per tutto quanto sopra esposto, i sottoscritti Avv. Gianfranco Amato e Antonio Brandi, nelle qualità sopra indicate, ravvisando estremi di reato nei fatti lamentati sporgono

DENUNCIA – QUERELA

nei confronti degli organizzatori della citata mostra e di tutti coloro che hanno concorso all’esposizione del manifesto offensivo, affinché siano condannati per il reato di offesa ad una confessione religiosa mediante vilipendo di persone, previsto e punito dall’art. 403 del Codice Penale, e per tutti gli altri reati che si dovessero ravvisare nei fatti descritti.

I sottoscritti, sempre in proprio e nella qualità di cui sopra,

ELEGGONO DOMICILIO

ai fini della presente denuncia-querela, in Casale Monferrato, Via Lanza n.105 presso lo studio dell’Avv. Giorgio Razeto;

CHIEDONO

di essere informati, ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 405 e 408 c.p.p., della eventuale formulazione della richiesta di proroga delle indagini preliminari ovvero della formulazione della richiesta di archiviazione;

DICHIARANO

altresì di opporsi sin da ora all’eventuale decreto penale di condanna;

SI RISERVANO

sin da ora di costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale instaurato a seguito della presente denuncia-querela, dichiarando altresì l’intenzione di devolvere, in caso di condanna degli imputati, l’importo dell’eventuale risarcimento all’Istituto “Piccola Casa della Divina Provvidenza” di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Torino li 22 settembre 2014.

viaManifesto sacrilego, denunciata la mostra Lgbt.

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