MASSACRO IN NIGERIA – Il Corano e il Vangelo

Possiamo davvero credere che l’uno si possa armare contro l’altro?

Cristiana Dobner

Sangue è sangue. Non conta il colore della pelle, non conta l’appartenenza etnica, non conta l’adesione religiosa: sangue è sempre sangue di persona umana.
Sangue non può che generare sangue, violenza accrescere violenza, l’esponente crescerà a dismisura.
Osserviamo i notiziari, i giornali, sono striati di sangue, ormai abbiamo varcato il confine del rispetto: non esiste più giornata degna di tregua, di pace.
Ad onor del vero se il Natale di Gesù Cristo è diventato il generico “tempo di festa” non c’è molto da meravigliarsi.
Smarritane la ragione profonda, tutto diventa lecito: balzano in primo piano gli interessi economici, le miniere di diamanti e di pietre preziose, i giacimenti di petrolio o di minerali rari. Tutto questo ben presto si traduce nel dio denaro che consente di ottenere potere, dominio, sfarzo dinanzi alla povertà e alla miseria altrui. Almeno lo si dichiarasse in termini espliciti ma è ben noto che la menzogna, e la ricerca compulsiva e spasmodica del dio denaro lo è, non genera verità. La coltre della religione invece pretende di coprire e giustificare.
Possiamo davvero credere che Vangelo e Corano si armino l’un contro l’altro solo per motivi di fede? Non lo si può davvero sostenere.
Quando si travalica verso l’ideologia religiosa tutto muta ma ancora si può purificare. Dinanzi al montare invece degli interessi, nazionali o personali, la reazione si fa quasi impossibile, il dio denaro non solo contagia ma modifica, plasma a suo modo con la forza subdola che gli è propria.

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