Matrimonio gay e sonno della ragione – Da Porta Sant’Anna

In Gran Bretagna le coppie gay potevano già ottenere il riconoscimento delle unioni civili con gli stessi diritti del matrimonio tra uomo e donna, ma i movimenti a favore delle nozze omosessuali hanno insistito per equiparare in tutto e per tutto i matrimoni. “Quello che giunge da Oltremanica è un segnale importante e inequivocabile: le coppie omosessuali inglesi potranno accedere all’istituto del matrimonio grazie all’impegno in prima persona di David Cameron, cioè di un primo ministro conservatore” ha commentato il presidente italiano di Arcigay, Flavio Romani, aggiungendo “Credere nel matrimonio, come dicono di fare molti dei leader della politica italiana, vuol dire adoperarsi per estendere a tutte e tutti il diritto di sposarsi, e non intraprendere crociate tese a trasformare quell’istituto in un beneficio esclusivo per coppie eterosessuali, come invece succede in Italia”. Ascoltiamo ed accogliamo i pronunciamenti dei politici inglesi con sgomento. Come è stato anticipato da diverso tempo, le lobby gay non si sono accontentate del riconoscimento delle unioni civili, ma hanno insistito così tanto martellando la ragione e assopendo con continue campagne mediatiche la necessità di accedere all’istituto matrimoniale.  E’ in atto uno stravolgimento della natura umana. A poco a poco, nasce un modo nuovo e innaturale di concepire la vita. La cultura dominante non parte più dall’antropologia naturale, ma dai bisogni contingenti ed egoistici dei singoli. Quando si desidera qualcosa, anche se è  contro  tutte le leggi, bisogna metterla in pratica. L’esaltazione dell’io egoistico porterà alla distruzione della comunità umana.

Intanto come accennato, nei giorni scorsi in Gran Bretagna è stata approvata definitivamente la legge che introduce i matrimoni omosessuali. L’ultimo passaggio che mancava all’iter di approvazione delle nozze gay è giunto a conclusione. Come riporta il sito della Bbc infatti la regina Elisabetta ha apposto il suo sigillo sul provvedimento fortemente voluto dal governo di David Cameron rendendolo definitivo. Un passo dovuto quella della Regina Elisabetta ma necessario affinché già dal 2014 in Inghilterra possano essere celebrati i matrimoni tra persone dello stesso sesso. La nuova legge che ha spaccato la maggioranza conservatrice britannica nonostante l’intervento del Premier, era stata approvata in via definitiva dal parlamento britannico con il sì della Camera dei Comuni espresso sia dai laburisti che dai liberaldemocratici.

In America, le coppie omosessuali hanno nuovamente la possibilità di unirsi in matrimonio in California. Nello Stato americano è ripresa, infatti, la celebrazione dei matrimoni gay dopo che la Corte d’appello ha dato attuazione nel giro di 48 ore alle indicazioni della Corte suprema Usa, mettendo così fine alla sospensione delle nozze in vigore dal 2008. A un’ora dal via libera è stato già celebrato un primo matrimonio omosessuale: a dirsi “sì” sono state le due donne che avevano sollevato il caso davanti alla Corte suprema. Si tratta di Kristin Perry, 48 anni, e della sua compagna Sandy Stier, 50 anni: le due si sono sposate nel municipio di San Francisco, pochi minuti dopo il via libera del tribunale. A fare da paggetto alla coppia è stato il figlio 18enne. La cerimonia è stata presieduta dal procuratore generale della California, Kamala Harris, che ha affermato compiaciuta: “I gay e le lesbiche hanno aspettato a lungo per questo giorno e per il loro diritto fondamentale a sposarsi. Finalmente il loro amore è legittimo e legale come gli altri”. Mercoledì scorso la Corte Suprema ha stabilito che il matrimonio non è solo tra uomo e donna e, quindi, i diritti federali vanno estesi anche alle coppie gay, definendo di fatto incostituzionale il Defense of Marriage Act.  La Conferenza episcopale statunitense  ha commentato amaramente la decisione come “Un giorno tragico per la Nazione” perché “la Corte Suprema ha sbagliato“. Il governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l’unione di un uomo e di una donna anche quando gli Stati non lo fanno. Non meno polemico è l’arcivescovo di San Francisco Cordileone: “il governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l’unione di un uomo e di una donna anche quando gli stati non lo fanno” ha aggiunto l’alto prelato.

Anche il Cardinale Ruini ha commentato la decisione della Corte federale con termini e parole abbastanza chiare e semplici: “Naturalmente la questione dei matrimoni omosessuali rientra nel problema più vasto della concezione che abbiamo dell’uomo, cioè di cosa sia la persona umana e di come vada trattata. Un aspetto molto rilevante del nostro essere è che siamo strutturati secondo la differenza sessuale, di uomo e di donna. Come ben sappiamo, questa differenza non si limita agli organi sessuali, ma coinvolge tutta la nostra realtà. Si tratta di una differenza primordiale ed evidente, che precede le nostre decisioni personali, la nostra cultura e l’educazione che abbiamo ricevuto, sebbene tutte queste cose incidano molto, a loro volta, sui nostri comportamenti. Perciò l’umanità, fin dalle sue origini, ha concepito il matrimonio come un legame possibile soltanto tra un uomo e una donna. Negli ultimi decenni si è fatta strada una posizione diversa, secondo la quale la sessualità andrebbe ricondotta alle nostre libere scelte. Come diceva Simone de Beauvoir, “Donna non si nasce, lo si diventa”. Perciò il matrimonio dovrebbe essere aperto anche a persone dello stesso sesso. È la teoria del “gender”, (di cui abbaimo diffusamente trattato nella rubrica al pozzo di Sicar, ndr.) ormai diffusa a livello internazionale, nella cultura, nelle leggi e nelle istituzioni. Si tratta però di un’illusione, anche se condivisa da molti: la nostra libertà, infatti, è radicata nella realtà del nostro essere e quando va contro di essa diventa distruttiva, anzitutto di noi stessi. Pensiamo, in concreto, a cosa può essere una famiglia in cui non vi siano più un padre, una madre e dei figli che abbiano un padre e una madre: le strutture di base della nostra esistenza sarebbero sconvolte, con gli effetti distruttivi che possiamo immaginare, ma non prevedere fino in fondo” (intervista al Cardinale Ruini: sposatevi come natura comanda del 01-07-2013).

Nonostante i matrimoni gay siano ormai legge, in Francia le tensioni non accennano a placarsi. Nei giorni scorsi, la nuova protesta di chi vuole ribadire il proprio “no” alla battaglia di civiltà promossa dal governo del presidente Hollande. Tre cortei (almeno 150 mila persone secondo la polizia, un milione secondo gli organizzatori) sono partiti da punti diversi di Parigi, per poi ritrovarsi sulla grande spianata des Invalides. “Solo perché la legge è stata promulgata dovremmo stare zitti? – dice Laurent Wauquiez dell’UMP -, Non parlare più di famiglia? Non più esprimere le nostre opinioni sui valori da trasmettere ai nostri figli? No, non sono d’accordo!”.  Dopo la definitiva approvazione della legge, del 29 maggio a Montpellier, verrà celebrato il primo matrimonio tra persone dello stesso sesso in Francia. L’annuncio è arrivato direttamente dal sindaco socialista della cittadina francese, Helene Mandroux. A dirsi di sì nella grande sala delle riunioni del municipio saranno Bruno Boileau, 30 anni, e Vincent Autin, dieci anni più grande. “E’ un matrimonio d’amore – spiega Vincent – ed è un matrimonio che ci permetterà anche di chiedere l’adozione, perché noi vogliamo mettere su famiglia. E’ senza dubbio un momento straordinario per noi”. Per festeggiare la coppia, al municipio di Montpellier sono attese centinaia di persone,  oltre ai rappresentanti del governo (il ministro dei diritti delle donne, Najat Belkacem-Vallaud, e il ministro per la Famiglia, Dominique Bertinotti) e decine e decine di giornalisti. “Le nostre nozze hanno avuto una grande eco mediatica e questo può essere imbarazzante”, ha dichiarato Bruno a l’avenir.net. “Ma noi cerchiamo sempre di non dimenticare l’obiettivo della nostra battaglia: che sia un uomo o una donna, ciascuno deve potersi sposare nella propria città”. L’eclissi culturale, il sonno della ragione, producono dichiarazioni simili. Rispettiamo il parere e le idee altrui. Non possiamo tacere, -come ci insegna la Scrittura-,  tutto quello che sembra soddisfare nell’immediato i bisogni affettivi dell’uomo, sia “il suo bene”. Lo stravolgimento del diritto, della percezione naturale del mondo, saranno le nuove forme di distruzione dell’umanità.  Chi ha orecchi per intendere, -dice Gesù-, intenda!

don Salvatore Lazzara

La fonte dell’articolo sono tratte da: www.fanpage.it

Fonte: Matrimonio gay e sonno della ragione – Da Porta Sant’Anna.

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