Mea Maxima Culpa, il nuovo documentario che accusa la Chiesa | No Cristianofobia – Osservatorio sulla Cristianofobia nel mondo

È un documentario contro la Chiesa, che farà uso di uno dei temi più ampiamente incompresi e ingigantiti degli ultimi anni: la pedofilia. “Mea Maxima Culpa – Silenzio nella casa di Dio” uscirà il 20 marzo, ad opera del premio Oscar Alex Gibney, e si propone di raccontare come siano stati occultati i casi dal 1950 al 1974 nella St. John’s School in Milwaukee. Il tutto incrociando altri “casi simili” in Irlanda e in Italia.
Un documentario che si preannuncia come “shock”, che attacca direttamente Benedetto XVI e fa, come al solito, di tutta un’erba un fascio. Accusa tutto e tutti, secondo una retorica già collaudata.

Si tratta di un problema devastante per quanto riguarda la coscienza credente,” ha dichiarato il regista. E sulla rinuncia ha aggiunto: “Penso che queste dimissioni siano la cosa migliore di questo Papato. Ha confermato l’umanità del compito: non è una figura divina. È il vicario di Cristo. Solo un uomo con un lavoro”.
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11 marzo 2013
Mea Maxima Culpa”, il doc shock che turberà il nuovo Papa

Esce il 20 marzo il documentario del premio Oscar Alex Gibney sullo scandalo pedofilia che coinvolse il reverendo Lawrence Murphy e su analoghi episodi in Italia e Irlanda. Anteprima a Roma lunedì 18

Secondo un’inchiesta dell’Associazione Internazionale SNAP (Survivor Network of those Abused by Priests) per le vittime dei preti pedofili, ben l’8-9% dei sacerdoti oggetto d’indagine sono poi risultati colpevoli di abusi a danno di bambini. A conferma della gravità di una situazione che non potrà essere ignorata dal nuovo Papa, arriva nelle sale italiane mercoledì 20 marzo, grazie a Feltrinelli Real Cinema, il documentario shock Mea Maxima Culpa – Silenzio nella casa di Dio di Alex Gibney, vincitore sei anni fa di un Oscar per ‘Taxi to the dark side’ dedicato al tema della tortura in guerra.

In Mex Maxima Culpa Gibney affronta i terribili casi di pedofilia che la Chiesa Cattolica ha cercato di occultare negli ultimi anni, partendo dalla testimonianza di quattro uomini sordomuti vittime del direttore della loro scuola di Milwaukee, padre Lawrence Murphy, accusato di abusi su più di duecento bimbi. Il reverendo Lawrence Murphy lavorò alla St. John’s School, un celebre istituto cattolico per bambini non udenti, per quasi un quarto di secolo, dal 1950 al 1974. Ben tre vescovi furono informati degli abusi sessuali di Murphy dopo che altrettanti psichiatri delinearono un quadro clinico da “pedofilo tipico” ma non lo denunciarono né presero alcun provvedimento disciplinare. Solo nel 1974 l’arcivescovo William Cousins lo rimosse dalla scuola dopo la denuncia poi archiviata di un ex studente ma Murphy fu semplicemente trasferito nella diocesi di Superior, dove continuò indisturbato a perpetrare i suoi crimini in scuole, parrocchie e persino un carcere minorile. Due anni prima della sua morte avvenuta nel 1998, un altro vescovo di Milwaukee, Rembert Weakland, che peraltro era a conoscenza dei misfatti di Murphy già da almeno tre anni, inviò due lettere a Ratzinger per denunciare il sacerdote. Benedetto XVI era allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e una delle sue mansioni principali risultava proprio indagare i casi di abusi nella Chiesa. Ma Weakland non ebbe mai risposta. Ben otto mesi dopo, il Segretario della stessa Congregazione, Monsignor Tarcisio Bertone, ordina ai vescovi di Milwaukee d’istruire segretamente un processo canonico ma l’anno successivo intima il blocco del procedimento poiché in una lettera di Murphy indirizzata a Ratzinger si ravvisavano segni di pentimento e il prete, gravemente malato, chiedeva di essere ridotto allo stato laicale.

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