Minoranze nel mirino: studio e testimonianze dei pakistani all’estero – Agenzia Fides

Londra (Agenzia Fides) – Le minoranze in Pakistan, siano minoranze etniche, religiose o politiche, sono vittime di odio, discriminazione, pregiudizi che rendono la loro vita un inferno: è quanto afferma un nuovo studio commissionato e pubblicato dalla “British Pakistani Christian Association” (BPCA), che raccoglie i pakistani emigrati nel Regno Unito, in Europa e in altri paesi del mondo. Il testo inviato all’Agenzia Fides, titolato “The Targeting of ‘Minority Others’ in Pakistan”, presenta un’analisi delle politiche attuate nella nazione negli ultimi decenni e riporta numerose testimonianze come prova delle argomentazioni espresse.
“Molte delle decisioni e delle attività statali e non statali hanno facilitato azioni che hanno come obiettivo quello di colpire le minoranze come cristiani, ahmadi, indù, beluchi, hazara sciiti, sikh e molti altri” nota lo studio, citando, in particolare, la “legge sulla blasfemia” come una fra i principali strumenti di abusi: spesso viene usata come “trappola” per i cristiani e indù.
Gli autori dello studio – Desmond Fernandes specialista sul sistema educativo in Pakistan e Nathaniel Lewis, ricercatore della BPCA – citano i numerosi interventi di organi delle Nazioni Unite come il Consiglio per i Diritti umani, che hanno sollevato interrogativi rimasti inevasi.
Fra le testimonianze citate, quella del giovane cristiano Samson Barkat di Karachi, unico cristiano ad aver superato l’esame di ammissione fra i cadetti della Polizia. Alcuni cadetti musulmani, suoi compagni, hanno iniziato a provocarlo, per gelosia, per costringerlo a dimettersi. Nel gennaio 2014 Samson, mentre ascoltava canti religiosi cristiani nella sua auto, è stato affrontato e percosso da altri cadetti. Uno di questi ha estratto alcune pagine del Corano dalla tasca, le ha strappate e poi ha iniziato a gridare accusandolo di blasfemia.
Esempi di abusi sulle minoranze sono i frequenti casi di stupri di ragazze cristiane e indù e nozze islamiche forzate: gli ultimi casi, riposta la BPCA, sono quelli di Komal Yousaf, 15enne cristiana violentata, convertita all’islam e costretta a sposare un musulmano, e quello della 19enne cristiana Sobia, di Lahore, rapita e costretta anche lei al matrimonio islamico con un ricco musulmano, nella cui casa lavorava come cameriera. Le due sono state soccorse dalla Ong “World Vision in Progress” (WVIP). “I musulmani in Pakistan credono di poter usare la ragazze cristiane delle minoranze religiose come loro beni di consumo” ha commentato il leader di WVIP, Farroukh Saif. (PA) (Agenzia Fides 15/4/2014)

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