“Morale laica” nelle scuole francesi: fallimento del relativismo laicista | UCCR

La proposta di Vincent Peillon, ministro dell’Educazione francese del governo dello zapaterista Hollande, ha fatto molto discutere. Si vorrebbe introdurre nelle scuole un’ora di fantomatica «morale laica» obbligatoria dal 2013 perché «se non è la Repubblica a dire quali sono i vizi e le virtù, il giusto e l’ingiusto, altri lo faranno al suo posto», ha affermato il ministro Peillon. L’ideatore del programma laicista è ovviamente un protestante, il filosofo Jean Baubérot.

Durante quest’ora obbligatoria di laicismo ampio spazio sarà dato all’educazione sessuale, perché «l’istruzione deve decostruire i pregiudizi di genere». Per i laicisti, infatti, è un pregiudizio parlare di “uomini” e “donne” perché -a detta loro- ognuno è quel che decide di essere e dare del “maschio” o della “femmina” ad una persona può essere configurata come discriminazione.

Dalle colonne di “Tracce” ha risposto Costantino Esposito, docente di Filosofia all’Università di Bari (l’intervista è molto profonda e vale la pena leggerla integralmente): «E’ un’idea astratta. Mi pare che si individui un programma ideale per “ricostruire la scuola”, ma ancora di più gli alunni che la frequentano, come se si partisse da un vuoto da riempire. Lo Stato, attraverso la scuola, è chiamato a forgiare una nuova natura. Quel riferimento esplicito alla “costruzione del cittadino” mi ha fatto venire in mente che il grande vincitore, in Francia, è ancora Rousseau». Lo Stato deve cercare di rifare l’uomo, inquietante il ricordo dei secoli bui illuministi!

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