Negli attacchi delle Femen c’è un filo conduttore

giovedì 25 aprile 2013

Da un po’ di tempo le cronache sono invase dalle performances delle Femen. Ovunque si spoglino, sono pronti i fotografi e i reporters per darci notizia e immagini di quello che fanno. Per lo più mostrandoci gli attacchi che subiscono da parte delle forze dell’ordina.
Ogni singolo fatto è come un puntino del quadro di Seurat (pensate alla corrente del puntinismo…). Ai più sfugge la dinamica globale, il significato di quello che stanno operando (e nessuno che si chieda donde traggano i fondi queste simpatiche fanciulle!).
Diceva don Giussani, per invitarci a guardare la realtà tenendo conto di tutti i suoi fattori: «L’atteggiamento positivista è come quello di uno che, in posizione da miope, portasse l’occhio a un centimetro da un quadro e, fissando un punto, dicesse: “Che macchia!”; ed essendo il quadro grande potrebbe percorrerlo tutto centimetro per centimetro , esclamando a ogni mossa: “Che macchia!”. Il quadro apparirebbe un insieme senza senso di macchie diverse. Ma se arretrasse di tre metri vedrebbe il dipinto nella sua unità, nella prospettiva esauriente, e direbbe: “Ah, ho capito! Che bello!”. La misura positivista sembra guardare il mondo con una miopia grave» (L. Giussani, Il senso religioso, pp. 172-173).
Proviamo a prendere le distanze, come quando si vuole vedere un quadro nella sua interezza e bellezza: allora ci accorgeremo che una logica c’è, nel loro operare. E ne abbiamo dato puntuale riferimento in vari post che abbiamo scritto.
1. Hanno abbattuto una croce, tagliandola loro stesse (e in un sito c’è l’ingiunzione a non considerarlo «atto blasfemo»)
2. Hanno occupato la Cattedrale di Mosca (e sono persino state difese da Amnesty International).
3. Hanno invaso una chiesa, colle scritte contro Dio e contro il Papa.
4. Hanno inneggiato alla fine del pontificato di Benedetto XVI.
6. Hanno diffuso manifesti con la scritta «Kill Kirill», (e Kirill è il Patriarca degli ortodossi).
7. Hanno disegnato una immagine in cui segavano (come colla Croce di cui sopra) una statua rappresentante il Papa Francesco.
8. Ultima (ma credo di avere saltato altre «manifestazioni» anticristiane, come quella in Vaticano…) l’avere tentato di impedire una lezione dell’Arcivescovo di Bruxelles, spruzzandolo con acqua (non si sa se benedetta) contenuta in flaconi rappresentanti la Madonna di Lourdes.
Sono tanti «puntini», ma il quadro che ne emerge è uno solo: l’odio alla tradizione cristiana, la battaglia contro la libertà di espressione, l’attacco ai simboli della fede.
Riusciremo ad aprire gli occhi e dire con chiarezza che questo comportamento violento è ingiusto, e che sarebbe ora che le autorità intervenissero, a difendere i diritti delle persone?
O dovremo aspettare una benemerita signora che, col suo ombrello, tenti di fare quello che altri non sono capaci? (E notiamo, gli zelanti giornalisti hanno presentato lei come «violenta», e non le Femen che – col solito loro «stile» – hanno usato la Piazza San Pietro per la loro gazzarra e per la loro pubblicità).

Fonte: Negli attacchi delle Femen c’è un filo conduttore.

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