Nella lotta per la famiglia è in gioco l’uomo stesso | Chiesa | www.avvenire.it

​Famiglia, dialogo, nuova evangelizzazione. È lungo queste tre coordinate, con sullo sfondo un’idea dell’essere Chiesa forte, sì, mai però autoritaria, che Benedetto XVI ha centrato il tradizionale discorso alla Curia Romana che, ogni anno, si svolge a ridosso delle festività natalizie per lo scambio di auguri tra il Papa e i suoi collaboratori più stretti. Discorso in cui, più che un bilancio del 2012, il Pontefice ha voluto spiegare, approfondire, chiarire ulteriormente i tre temi che, con evidenza sempre maggiore, ha messo al centro del suo magistero, mostrandone i nessi che, imprescindibilmente, li legano l’uno all’altro.

Così, al primo posto, Benedetto XVI non a caso ha messo la questione della famiglia, perché, ha spiegato, non si tratta solo di una «determinata forma sociale», ma in essa è racchiusa la questione dell’uomo stesso, «di che cosa sia l’uomo e di che cosa occorra fare per essere uomini in modo giusto». Una questione che non vede la Chiesa «da sola»; e non a caso, nell’analizzare le ragioni che hanno portato all’attuale crisi della famiglia e al «fraintendimento dell’essenza della libertà umana» e in definitiva «di ciò che in realtà significa l’essere uomini», ha citato le riflessioni del gran rabbino di Francia Gilles Bernheim, mettendo poi l’accento su come gravino sulla famiglia le minacce poste ad essa dalla «filosofia della sessualità» e dalla teoria del «gender», secondo cui il sesso «non è più un dato originario della natura», bensì un ruolo sociale «del quale si decide autonomamente».

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