Nelle corsie ospedaliere Italiane, dove pare si esercita l’ eutanasia, é licenza autorizzata di uccidere ?

E’ quanto abbiamo domandato al Parlamento Italiano con una Petizione inevasa dal 30 ottobre 2009 fino ad oggi aprile 2018 !

Il diritto alla salute, sancito dall’art.32 della n/s Costituzione “nel rispetto della persona umana”, ha una sua priorità e come tale esige interventi di tutela in maniera coerente e coordinata, ma da tempo, da troppo tempo purtroppo in Italia, si registrano tentativi di legalizzare l’eutanasia.

La gente, in maniera del tutto particolare cerca di conoscere queste vicende umane, che vorrebbero “spingere” la società ad essere selettiva sulla vita e sulla morte dei suoi membri, in maniera attiva cioè con azione diretta, passiva quale omissione di soccorso, quindi un grave reato .

In ambedue i casi siamo in presenza di una vera eutanasia, come nei “casi ” famosi ancora rievocati oggi dai mass media, in contrasto con l’art.25 f della “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” dell’ONU : budget del ricoverato 2013/2018  Petizione 2013/2018  speciale dossier .

Siamo di fronte un deliberato Massacro Internazionale, “una licenza di uccidere” in contrasto con Ippocrate il padre della medicina, che adottava il principio “l’uomo è ministro ed interprete della natura, se ad essa non obbedisce, ad essa però non comanda”, mentre la Raccomandazione n.776/1976 dell’Assemblea del Consiglio d’Europa afferma “che il medico deve placare le sofferenze e che non ha diritto di accelerare il processo di morte”.

In una parola la medicina ed il dovere del medico sono di proteggere la salute, guarire le malattie, alleviare le sofferenze, confortare nel rispetto della libertà la dignità della persona, come il Consiglio d’Europa con Raccomandazione n.1046 suggerisce di sospendere gli esperimenti sugli embrioni.

Il problema è di natura morale, cioè la difesa dei valori umani, quindi chiarire il concetto ed il contenuto del valore della vita !

Di fronte ad atteggiamenti di rifiuto dell’accanimento terapeutico, del dolore non necessario o testamento biologico (cioè autodeterminazione del paziente ), si corre il grave rischio che dal considerare la così detta “pietà” per le sofferenze insopportabili, si possa passare alla legalizzazione della vita senza valore, “considerazione” pericolosissima, specialmente che potrebbe coinvolgere disabili psico-fisici, malati terminali, anziani non autosufficienti .

Questa possibile “considerazione”, molto importante delicata e grave per la salute di tutti i cittadini, che ho denominato sopra “budget del ricoverato”, consiste in pseudo logiche di convenienza chiamate “risparmio”( spending review ) che tentano di abbandonare al loro destino malati anziani, disabili, malati terminali dimettendoli anzi tempo dalle strutture ospedaliere senza una adeguata protezione alternativa.

Il “tutto” condensato, ripeto, in una Petizione giacente in Parlamento, dalle quali non ricevo risposta dal dicembre 2009, (malgrado sollecitazioni che faccio da molto tempo), comportamento che non piace alla logica dell’etica pubblica e che col silenzio ci induce a pensare di incamminarci sulla strada dell’imbarbarimento, inizio della possibile fine della nostra connivenza civile.

Se è tale allora non possiamo che pensare essere un “meccanismo” incivile, antisociale anticristiano, una “forma” di eutanasia passiva, una omissione di soccorso, grave reato contemplato da n/ Legislazione..

Il problema è di primaria importanza, nonostante, ripeto, si vogliono spegnere le luci e calare il sipario col silenzio su quello che è, se vero,  sarebbe un dramma in un clima di vera emergenza per la comunità tutta alla quale si deve dare una risposta Signori della Politica .

Debbo sottolineare che le Petizioni sono espressione della volontà dei cittadini che in tale maniera esercitano il principio della sovranità popolare sancito dall’art.1 della n/s Costituzione ( troppe volte citata e poco materializzata), mediante la democrazia diretta ( Referendum, Plebiscito, Petizione) inoltrate affinché il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati hanno l’obbligo di una attenzione, valutazione e risposta della Petizione.

Aggiungo che il diritto di Petizione spetta a quivis de populo, cioè ad ogni cittadino maggiorenne, per essere un mezzo di collaborazione di tutto il popolo all’opera Legislativa esplicata dalle Camere Legislative, perché permette a chiunque di segnalare le aspirazioni, le esigenze popolari di carattere generale ed aggiungo per il bene comune.

Comunque l’eutanasia, “opposizione” di vita, è in contrasto con la Convenzione Europea del 1999 che vieta espressamente ogni forma di fine vita procurata, come nel 1987 a Madrid e nel 1992 a Marbella l’Associazione Medica Mondiale si è espressa contro l’introduzione dell’eutanasia, mentre la “Raccomandazione” n.776/1976 dell’Assemblea del Consiglio d’Europa afferma “ che il medico deve placare le sofferenze e che non ha diritto di accelerare il processo di morte”.

A fronte di queste posizioni internazionali brevemente citate, si pone il cristiano alla luce della Fede, si pone l’uomo della strada nel senso del vivere, si pone la società che attende condizioni umane capaci di assicurare l’assenso ad ogni vita anche la più inutile e senza valore.

Con tutto il rispetto che abbiamo verso questi “malati”, occorre ascoltarli ed aiutarli affinché la vita di un morente diventi accettabile aspettando che la natura compia il suo ciclo naturale.

Vorrei però citare una Sentenza della Corte Amministrativa Federale Tedesca del 16 gennaio 1964, la quale rifiuta il principio dell’eutanasia e della legalizzazione anche in tema di uccisione dei malati psichici dove “ogni uomo, anche il malato nella propria costituzione psichica ha il diritto ad essere rispettato nella sua dignità umana”.

Alle considerazioni cui giunge l’uomo della strada, che rifiuta categoricamente i giochi politici ed elettoralistici, alle famiglie nelle quali insite un malato, specie mentale ed alla società in genere che vuole proteggersi dalle molteplici menti psichicamente instabili che in Italia si aggirano in circa 10 milioni di sofferenti, ci appare inopportuna “l’analisi” e la metodologia nella non sensibilizzazione che a volte ci viene dalla politica, come nel caso esposto dallo scrivente, il non prendere in considerazione la Petizione ( n.911 al Senato della Repubblica e n.787 alla Camera dei Deputati ) che desidera sollecitare il Consesso Parlamentare ad una risposta ed a un  dialogo su questa tematica !

Ci meraviglia, ma non più di tanto, che tale avvenimento non sia velocemente ritenuto “argomento di un confronto sensibile ed immediato in Parlamento”, come qualcuno ha detto, quando le nostre sollecitazioni sono continue e pressanti per conoscere la verità !

Ci pare, a nostro modesto parere, che una priorità come quella di questo grave ed urgente disagio sociale sia assoluta, perché il concetto vita” dovrebbe essere recepito con una massima attenzione sul piano sociale e costituzionale come regola giuridica chiara e risolutiva, anche nei casi di quelle povere ragazze che la Magistratura dell’epoca ha deciso con una Sentenza di far morire di fame e di sete, perché su queste umane vicende nessuno nelle “alte sfere” si degna di puntare il dito .

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !”

Previte

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